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Taiwan richiede carri armati e sistemi difesa aerea Usa

Taiwan ha confermato giovedì scorso di aver chiesto di acquistare più di 100 carri armati, insieme a sistemi di difesa aerea e anti-carro dagli Stati Uniti in una potenziale vendita di armi che potrebbe aggravare gli attriti tra Washington e Pechino. Il ministero della Difesa di Taipei ha riferito che ha presentato una lettera di richiesta per 108 carri armati aggiornati M1A2 Abrams, 1240 missili anti-carro Tow, 409 missili anticarro Javelin e 250 sistemi di difesa aerea portatili Stinger.

Non è chiaro quando è stata emessa la richiesta ufficiale, dopo di che gli Stati Uniti hanno 120 giorni di tempo per rispondere. Il governo di Taipei sta cercando di acquistare 66 ulteriori caccia F-16 di quinta generazione. Gli Stati Uniti sono il principale fornitore di armi difensive di Taiwan, che la Cina considera territorio sotto il suo controllo.

L’M1 Abrams segnerà un significativo miglioramento rispetto ai vecchi carri armati attualmente in possesso dell’esercito di Taiwan, mentre i sistemi Tow e Javelin miglioreranno la capacità di Taiwan di respingere un tentativo della Cina di sbarcare carri armati e truppe provenienti lungo i 160 chilometri di costa. Gli Stingers potrebbero contribuire a rafforzare le difese di Taiwan contro la Cina, che ha più di mille aerei da caccia avanzati e 1.500 missili puntati sull’isola.

Taiwan, che si separò dalla Cina durante la guerra civile nel 1949, non ha avuto legami diplomatici formali con gli Stati Uniti da quando Washington riconobbe Pechino nel 1979. Tuttavia, la legge statunitense impone di prendere sul serio le minacce sull’isola e di “mettere a disposizione di Taiwan tali sistemi di difesa in quantità tale da poter consentire a Taiwan di mantenere una capacità di autodifesa sufficiente”.

La Cina si oppone a tutti i contatti militari e ufficiali tra Taiwan e gli Stati Uniti e afferma che le vendite di armi all’isola costituiscono sia un’interferenza nei suoi affari interni sia un tradimento dei precedenti impegni presi da Washington a Pechino. Il governo Taiwan ha fatto rafforzare le forze armate di Taiwan come obiettivo centrale della sua amministrazione, a fronte di crescenti minacce militari cinesi e di una campagna per aumentare l’isolamento diplomatico di Taiwan e indebolire la sua economia.

Mentre la spesa militare cinese e il numero di navi, aerei e missili superano di gran lunga quelli di Taiwan, l’isola sta basando la sua difesa su fattori geografici e guerra asimmetrica, in cui un avversario più debole può tenere a bada uno più forte individuando le debolezze e usando armi specializzate e tattiche.

Il presidente Tsai, ha anche spinto a rinnovare l’industria nazionale delle armi e il mese scorso ha inaugurato un cantiere navale per costruire almeno otto sottomarini diesel-elettrici. Taiwan attualmente possiede solo quattro sottomarini di vecchia generazione e la pressione della Cina ha impedito di acquistarne altri all’estero.

L’annuncio del ministero della Difesa di Taipei arriva mentre gli Stati Uniti e la Cina sono impegnati in una battaglia sempre più aspra nel commercio e nella tecnologia. L’amministrazione Trump ha imposto fino al 25% di tariffe su 250 miliardi di dollari di importazioni dalla Cina e si sta preparando ad aumentare i dazi sulle importazioni per altri 300 miliardi di dollari.

Pechino ha risposto imponendo tariffe per 60 miliardi di dollari di prodotti statunitensi, che sono entrati in vigore la scorsa settimana. Si è anche vendicato contro la lista nera Usa del colosso della tecnologia cinese Huawei, annunciando che stabilirà la propria lista di “entità inattendibili” composte da imprese, società e individui stranieri.

di Giovanni Sorbello

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