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Povertà: 38% degli europei non consuma più tre pasti al giorno

L’aumento dei prezzi ha spinto quasi un terzo degli europei in una condizione di povertà, secondo quanto rilevato da un recente sondaggio. Il secondo Barometro europeo sulla povertà e la precarietà ha esaminato la capacità degli europei di fare acquisti e ha scoperto che è diminuita negli ultimi tre anni, costringendo la maggior parte di loro a saltare i pasti e a ricorrere a scelte finanziarie difficili, ha riferito Euronews. 

Dei 10mila intervistati da Ipsos per il Secours Populaire francese, il 29% ha affermato che la propria situazione finanziaria è “precaria” e che qualsiasi spesa imprevista potrebbe far pendere il loro bilancio. Quasi un europeo su due ritiene di correre un rischio elevato di cadere in una situazione precaria nei prossimi mesi, soccombendo all’aumento dei prezzi e alle retribuzioni relativamente stagnanti. Secondo Eurostat, nel 2021 il tasso di rischio di povertà per la popolazione totale dell’Ue è pari al 17%. Solo il 15% dichiara di essere fiducioso e di non sentire il bisogno di prestare attenzione alle proprie spese quotidiane.  

L’inflazione dilagante in quasi tutti i settori ha costretto a “scelte complicate”, che includono saltare un pasto nonostante la fame. Quasi un europeo su tre ha dichiarato di aver saltato un pasto, con numeri particolarmente elevati in Grecia e Moldavia.

Povertà “nuova orrenda normalità”

Un sondaggio condotto dalla Joseph Rowntree Foundation a giugno ha rilevato che 5,7 milioni di famiglie a basso reddito nel Regno Unito non hanno abbastanza soldi per il cibo, definendola una “nuova orrenda normalità”.

Secondo l’indagine, dall’acquisto esclusivo di cibo a prezzi scontati al ricorso alle banche alimentari gestite da grandi associazioni, l’aumento dei prezzi dei prodotti alimentari ha avuto effetti vari, ma considerevoli, sulle abitudini alimentari.

Tra gli intervistati, il 38% afferma di non riuscire più a consumare regolarmente tre pasti al giorno, mentre solo il 42% afferma di non aver mai saltato colazione, pranzo e cena a causa di vincoli finanziari. 

La gravità della situazione si riflette in numerose risposte dei genitori, alcuni dei quali affermano di aver dovuto limitare il proprio cibo per provvedere ai propri figli. Il 21% dei genitori intervistati ha affermato di aver sperimentato almeno un caso di “non mangiare abbastanza” per nutrire i propri figli. 

Sebbene i dati sull’aumento dell’inflazione abbiano iniziato a rallentare, l’aumento dei prezzi dei prodotti alimentari e degli ingredienti non è ancora diminuito, da qui la continua e ridotta capacità di acquistare prodotti. 

La spada di Damocle dell’inflazione

I dati sull’inflazione europea sono triplicati nel 2022, segnando il tasso di crescita più alto di tutti i tempi sulla scia degli altissimi prezzi al consumo per abitazioni, acqua, gas e altre spese, che sono aumentati del 18% in un anno.

Molti europei non solo hanno affermato che la loro situazione finanziaria è estremamente difficile, ma hanno anche ammesso di essere sul filo del rasoio quando si tratta di affrontare l’inflazione.

Oltre la metà degli intervistati, nella maggior parte dei Paesi, ha affermato di essere preoccupata per la gestione dell’inflazione, temendo un aumento delle spese alimentari, energetiche e varie. Secondo lo studio, il 62% si preoccupa dell’aumento dei prezzi dei prodotti alimentari, mentre le spese impreviste e i prezzi del gas preoccupano il 59% della popolazione intervistata.

di Redazione

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