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Tutti pazzi per Teheran, anche l’Italia desiderosa di investire in Iran

di Giovanni Sorbello

Non si ferma il continuo viavai di delegazioni estere che dal fatidico accordo sul nucleare iraniano stanno scalpitando per iniziare ad aprire fruttuose relazioni con Teheran, e soprattutto, firmare nuovi accordi commerciali. Anche la delegazione italiana non si è fatta attendere. Infatti, nella giornata di ieri sono giunti a Teheran il ministro degli Esteri italiano Paolo Gentiloni e il ministro dello Sviluppo Economico Federica Guidi, accompagnati da un team di alti dirigenti del settore dell’industria statale e delle imprese economiche private.

Nel corso dell’incontro con il Presidente iraniano Hassan Rouhani, il ministro Gentiloni ha consegnato al premier una lettera di invito ufficiale in Italia da parte del primo ministro italiano Matteo Renzi. Nella lettera si evidenzia il ruolo chiave dell’Iran nella creazione della pace e della stabilità nella regione, sottolineando il peso strategico di Teheran all’interno della comunità internazionale.

Il presidente Rouhani ha ribadito che il trasferimento di capitali e tecnologie verso i mercati regionali e internazionali rappresenta la priorità dell’Iran per rafforzare le relazioni economiche con i Paesi europei. Il presidente ha evidenziato ancora una volta gli antichi rapporti tra Iran-Italia, aggiungendo che non vi è alcun ostacolo per incoraggiare la cooperazione reciproca. L’Iran e l’Italia – continua Rouhani – potrebbero aprire un nuovo capitolo nelle arene politiche, economiche, culturali, scientifiche e del turismo.

L’Iran – ha sottolineato Rouhani – è già pronta per attirare gli investimenti esteri nei settori dell’energia, delle banche, delle assicurazioni, dell’industria, dei trasporti, della salute, nonché nei servizi igienico-sanitari. Il ministro degli Esteri italiano ha dichiarato che il suo Paese si sta preparando per investire e trasferire tecnologie all’Iran in tutti i settori, tra cui l’industria petrolifera e del gasI due ministri, al margine dell’incontro, hanno discusso anche delle varie crisi regionali e delle questioni internazionali.

Gentiloni ha espresso la volontà del suo Paese di incrementare i contatti tra l’Iran e l’Italia sulla base di nuovo ciclo di cooperazione, dichiarando che l’accordo sul nucleare si rivelerà un successo nella risoluzione delle questioni controverse. Il ministro ha anche espresso la speranza che la cooperazione bilaterale possa svilupparsi per essere più efficace nel rafforzamento della stabilità regionale e internazionale. Entrambe le parti hanno convenuto sulla necessità di adottare relazioni a lungo termine e una maggiore diversificazione delle aree di cooperazione.
Scambio di delegazioni parlamentari e giudiziarie, lotta al traffico di stupefacenti, criminalità organizzata, nonché questioni culturali, sono stati gli altri temi discussi dai due ministri.

Da quel memorabile 14 luglio, il mondo – o quasi – ha improvvisamente scoperto l’importanza strategica di un Paese come l’Iran per l’intera comunità internazionale. Un Paese ricco di tutto, dalle risorse minerarie alle bellezze culturali e paesaggistiche. Oggi tutti fremano per andare in Iran a stringere accordi di varia natura; anche l’influenza di Paesi ostili come Israele e Arabia Saudita che da oltre 30 anni sono tra i fautori di vili attacchi terroristici contro la Repubblica islamica, sembra non rappresentare più un ostacolo.

Anche se oggi si parla con entusiasmo dell’Iran, ci teniamo a sottolineare, e a non dimenticare, le devastanti conseguenze che il popolo iraniano ha dovuto subire negli ultimi 36 anni per non essersi piegato all’arroganza delle potenze occidentali. Oggi, questi “signori”, sono tutti in fila.

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