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Turchia, la rivolta continua

di Siriana Marano

Continuano le proteste anti-governativa in Turchia, migliaia di manifestanti sono scesi in piazza Taksim, ad Istanbul, per chiedere le dimissioni del primo ministro Recep Tayyip Erdogan.

La protesta è iniziata a Gezi Park, vicino piazza Taksim, nel cuore della Istanbul moderna, dove i manifestanti hanno protestato contro l’abbattimento di 600 alberi, per far posto alla costruzione di un centro commerciale. Da lì, la rivolta è dilagata in tutta la Turchia.

Forti scontri con la polizia ad Istanbul, dove le forze antisommossa hanno caricato i manifestanti usando idranti e gas lacrimogeni. Nella capitale, Ankara, l’intervento è stato ancora più brutale, un giovane è stato colpito da un proiettile, mentre un altro giovane, coinvolto nelle proteste, ha perso la vita.

Il ministro degli interni turco Muammer Guler ha affermato che più di 1700 persone sono state arrestate, mentre 58 civili e 115 ufficiali di sicurezza sono stati feriti durante le proteste.

Migliaia di manifestanti hanno marciato ieri verso l’ufficio del ministro Erdogan ad Ankara, gridando ” il dittatore deve dimettersi ” e ancora ” ci riposeremo quando vinceremo”.

La protesta è ora divenuta una vera è propria rivolta laica contro la figura del premier islamico Erdogan.

La dura repressione da parte della polizia ha suscitato allarme e condanna in tutto il mondo. Il segretario di stato americano, John Kerry si è detto “preoccupato” ed ha chiesto un’indagine sul comportamento della polizia. Gli Usa, alleati della Turchia, sostengono il diritto alla libertà di espressione, compreso quello di protestare pacificamente.

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