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Tra Colombia e Farc clima sempre teso

di Fabrizio Di Ernesto

Tra i tanti problemi che affliggono la Colombia uno dei più gravi è sicuramente quello relativo alle Farc, le fuerzas armadas revolucionarias de Colombia.

È ora ripreso a Cuba il negoziato tra le parti che continua però a procedere molto a rilento nonostante le “buone intenzioni” delle parti in causa.

Bogotà crede molto in questo nuovo round di incontri tanto che Humberto de la Calle, capo negoziatore del governo, è parso fin troppo ottimista assicurando che la termine di questi incontri ci saranno risultati tangibili che potrebbero a breve portare alla conclusione di un conflitto che dura ormai da più di mezzo secolo.

Anche Luciano Marian Arango, conosciuto dai suoi come “Ivan Marquez” e capo delegazione della controparte, si è presentato ai colloqui molto fiducioso ripetendo che il gruppo armato è quanto mai interessato ad arrivare rapidamente ad un accordo soddisfacente.

“Marquez” ha anche assicurato che le Farc rispetteranno il cessate il fuoco fino al 20 gennaio, sperando che entro quella data si arrivi ad un accordo con Bogotà.

Sulla questione si è ovviamente esposto anche il presidente colombiano Juan Manuel Santos che ha annunciato che per il suo governo il termine ultimo entro il quale trovare un accordo con la controparte è il prossimo novembre, ribadendo che per porre fine al conflitto, la guerriglia deve abbandonare le armi, “passando dalle pallottole ai voti e far politica”.

Le Farc però per accordarsi con il governo continuano a sostenere la necessità di “una riforma rurale e agraria integrale, socio-ambientale, democratica e partecipativa”. La bozza di questo progetto è costituita da dieci punti, “che tengono in considerazione le conclusioni del forum di Bogotá”, convegno che si è tenuto nella capitale colombiana lo scorso dicembre sponsorizzato dall’Onu e da vari organizzazioni statali.

La distribuzione della terra è uno dei temi centrali del processo di pace. Le parti hanno un’agenda di altri quattro punti: fine delle ostilità, il ruolo futuro della guerriglia d’ispirazione marxista nella vita politica, lotta al narcotraffico e compensazione delle vittime del conflitto.

La strada per la pacificazione è tutta in salita ma questa volta potrebbe riuscire ad essere messo qualche importante tassello.

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