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Tensione nei cieli d’Europa, la Russia risponde forte e chiaro alla Nato

di Salvo Ardizzone

Qualche giorno fa, c’è stata un’impennata delle attività aeree russe nei cieli europei; almeno tre “pacchetti” di bombardieri Tu-94h, caccia Su-27 e Mig-31, cacciabombardieri Su-24 e Su-34 oltre ad aereocisterne Il-78, hanno costretto a più di trenta “scramble” (intercettazione, identificazione e controllo) le aviazioni di Norvegia, Regno Unito, Turchia, Portogallo e la Baltic Air Policing Mission (la missione Nato per la sorveglianza dei cieli dei Paesi Baltici). Due Tu-94h sono stati intercettati addirittura al largo delle coste portoghesi.

Nel corso del 2014, a seguito della crescente tensione fra la Nato e Mosca, c’erano già stati un centinaio di “scramble” (il triplo dell’intero 2013), ma quella del 27 ottobre è stata una vera prova di forza dall’Atlantico al Baltico. Come mai?

Presto detto: fra il 21 e il 30 ottobre, presso la base italiana di Ghedi, s’è tenuta l’esercitazione Nato Steadfast Noon 2014, cui hanno partecipato sette Paesi Italia compresa, per l’addestramento allo strike (attacco) nucleare. Ricordiamo, infatti, che l’Alleanza Atlantica dispiega ancora in Europa 180 ordigni nucleari B-61 sganciabili da aerei, di cui una sessantina in Italia.

A questa edizione dell’esercitazione hanno partecipato per la prima volta due F-16 polacchi; il fatto è che nel ’96 la Nato s’è impegnata con la Russia a non dispiegare ordigni nucleari nei Paesi dell’Est Europa freschi d’ingresso nell’Alleanza; gli aerei polacchi, che pure non sono certificati per strike nucleare e che, con tutta probabilità, sono stati impiegati in missioni convenzionali di supporto, hanno voluto lanciare un messaggio non gradito alla Russia, vale a dire che quell’impegno poteva essere rivisto, facendo entrare la Polonia nel “nuclear planning” della Nato.

E Mosca ha risposto forte e chiaro, riempiendo i cieli europei dei suoi aerei e facendo in modo che il fatto non potesse rimanere all’interno dei circoli militari, perché, con le rotte e le altitudini usate e i “trasponder” spenti, ha messo in subbuglio il traffico aereo civile di mezza Europa.

È l’ennesima conseguenza della sistematica opera di provocazione messa in atto dalla Nato su mandato Usa; la fredda pianificazione di uno stato di crescente tensione, che impedisca qualsiasi tentativo di normalizzazione dei rapporti dei Paesi europei con la Russia, e giustifichi, al contempo, l’esistenza di un organismo, l’Alleanza appunto, che è nei fatti un semplice strumento della proiezione degli interessi di Washington.          

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