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Striscia di Gaza: la Resistenza è il diritto del popolo palestinese a difendersi

di Manuela Comito

La notte di Gaza è stata infiammata dalle esplosioni e scossa dai boati dell’attacco aereo che l’aviazione israeliana ha sferrato contro la Striscia. Non sono state registrate vittime, né feriti, ma la popolazione ha vissuto lunghissime ore di terrore. Le 29 incursioni israeliane sono state la risposta alla pesante rappresaglia lanciata ieri sera dalla resistenza islamica che ha sparato 130 razzi contro il sud di Israele, per vendicare l’uccisione di tre dei suoi membri e di altri 4 civili.

Il lancio dei razzi da parte della Jihad islamica ha provocato danni materiali e alcuni feriti, ma è servito da pretesto per innescare la violentissima reazione del governo di Tel Aviv ai danni dei civili inermi. Solo il maltempo ha potuto ritardare il raid israeliano, alimentando invano le speranze dei palestinesi. Ma, in tarda notte, l’aviazione ha sferrato i primi attacchi, colpendo diverse zone della Striscia: un’area aperta nel quartiere al-Nasser nel sud della Striscia e un sito appartenente alla Jihad islamica a Rafah.

Tre razzi hanno colpito anche il sito militare Huttein nel nord della Striscia, il quartiere al-Qara a Khan Younis e un sito a ovest di Rafah secondo quanto riporta Ma’an. Inoltre, un drone israeliano ha sparato un razzo in una zona residenziale nel nord della Striscia. Un portavoce delle Brigate Al-Quds ha dichiarato che gli attacchi contro il sud di Israele, denominati operazione “Breaking the Silence”, non sono un atto compiuto per rompere la tregua tra Israele e Hamas, ma una risposta all’uccisione di sette palestinesi negli ultimi due giorni.

Il portavoce del governo della Striscia di Gaza, Ihab al-Ghussein, ha puntato il dito contro il governo di Tel Aviv definendolo l’unico responsabile per qualsiasi escalation e per le conseguenze che ne verranno, ribadendo che la Resistenza è il diritto del popolo palestinese a difendersi. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha dichiarato che sono in atto i preparativi per attaccare massicciamente la Striscia di Gaza e poco più tardi gli ha fatto eco il ministro degli Esteri Liebermann, che ha auspicato una “piena rioccupazione della Striscia”.

E’ superfluo aggiungere che i media internazionali, come da copione, hanno dato grande risalto alle dichiarazioni delle autorità israeliane e hanno aggiunto grande enfasi alle notizie diramate dal governo di Tel Aviv, minimizzando il dispiegamento di forze da parte israeliana e si sono limitati a bollare come “attacco terroristico” l’operazione della Jihad islamica.

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