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Siria, le vergognose menzogne sull’assedio di Madaya

di Salvo Ardizzone

Sulla stampa internazionale ha grande risalto la notizia che a Zabadani e Madaya, due città del sud della Siria nei pressi del confine libanese, la popolazione sia allo stremo a causa dall’assedio posto dalle forze siriane ai due centri occupati dai “ribelli”, imputando alla Resistenza la grave crisi umanitaria e la mancanza di cibo che affligge i civili.

Ciò che quelle testate non dicono è che per mesi sono stati inviati convogli con derrate alimentari e farmaci per le necessità delle popolazioni sotto assedio, il cui contenuto è stato sistematicamente confiscato dalle bande di terroristi, per essere venduto al mercato nero o semplicemente ammonticchiato nei loro depositi.

Ciò che non dicono, è che i civili sono comunemente usati da quei mercenari come scudi umani negli scontri e come protezione di installazioni militari e check-point.

Ciò che non dicono è che i cosiddetti “ribelli” hanno impedito alla popolazione di allontanarsi dalla città, di abbandonare la zona di guerra o anche solo la linea degli scontri.

Ciò che non dicono, è che le furiose pressioni dei loro sponsor internazionali hanno impedito ai terroristi di accettare un accordo che avrebbe permesso loro di lasciare la città con le loro famiglie. Troppo ghiotta la miserabile montatura mediatica di una popolazione lasciata morire di stenti dalla Resistenza.

Quello di cui non si fa la minima menzione, è che il portavoce del Comitato internazionale della Croce Rossa in Siria, Powell Krzisaan, ha dichiarato alla televisione libanese Al-Manar che la Croce Rossa non conferma le notizie pubblicate dai media in merito alla responsabilità dell’Esercito siriano sulla grave crisi umanitaria nella città di Madaya. Ha invece osservato che gli ultimi convogli di aiuti sono stati fatti entrare a Madaya e Zabadani in collaborazione con la Mezzaluna Rossa siriana, l’Onu e le Istituzioni siriane.

Per fare chiarezza sulle squallide speculazioni, il ministro degli Esteri siriano discuterà a breve la questione con l’inviato dell’Onu Staffan de Mistura.

La verità è che sono i cosiddetti “ribelli”, terroristi privi d’ogni scrupolo, ad affamare i civili, privandoli degli aiuti a loro inviati, usandoli come scudi umani e come oggetto di un’ignobile mistificazione della realtà, a cui troppi media compiacenti si sono prestati. Gli stessi media che non hanno sin’ora scritto un rigo sulla sorte dei villaggi sciiti di Nubbul, al-Zahraa, Kfarya e al-Foaa nel nord del Paese, assediati dai terroristi e che resistono in condizioni disperate per evitare il massacro.

Un disgustoso doppiopesismo fazioso quanto interessato, che fa della disinformazione regola e strumento degli interessi dei veri sponsor del Terrore (la lista è lunga ma sempre uguale: Arabia, Qatar, Turchia, Usa e Israele).

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