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Siria, scoperta fossa comune con 1.500 corpi

Siria – L’esercito siriano ha scoperto una fossa comune contenente i cadaveri di oltre mille persone giustiziate dai terroristi Daesh, nella città settentrionale di Raqqah.

siriaLa rete televisiva russa Rt ha riferito che i soldati siriani hanno fatto la scoperta presso la rotonda panoramica nel lato nord-occidentale della città, situata a circa 455 chilometri a nord-est della capitale Damasco, e che la fossa contiene i cadaveri di almeno 1.500 tra civili e militari. Il rapporto ha aggiunto che i soccorritori stanno lavorando per scoprire e identificare i corpi mediante vestiti, impronte digitali, documenti o altri indicatori speciali. Questa fossa comune è la più grande finora scoperta a Raqqah.

Il direttore generale della medicina legale siriana, Zaher Hajo, ha dichiarato ai primi di gennaio all’agenzia al-Watan che i terroristi di Daesh hanno giustiziato 10mila persone e seppellito i loro corpi in fosse comuni nei pressi di Raqqah. Ha sottolineato che i suoi colleghi hanno confermato la presenza di 4mila corpi in un’unica tomba. Hajo ha proseguito dichiarando che il ministro della Sanità siriano, Nizar Yazigi, ha ordinato la costituzione di un comitato per raccogliere i resti delle vittime e trasferirli all’ospedale militare di Aleppo.

In Siria amnistia per i disertori

Il presidente siriano Bashar al-Assad ha firmato un decreto per concedere l’amnistia a coloro che hanno abbandonato l’esercito o evitato il servizio militare, dando loro diversi mesi per presentarsi in servizio. Nel decreto, presentato sui suoi social media, il presidente Assad ha dichiarato che l’amnistia copre tutte le punizioni per diserzione all’interno o all’esterno della Siria.

Gli uomini all’interno della Siria avranno quattro mesi per consegnarsi alle autorità per le indagini, mentre quelli esterni avranno sei mesi, secondo il decreto. L’amnistia copre la diserzione ma non la lotta contro il governo o l’adesione a gruppi terroristici. Decine di migliaia di uomini siriani sono ricercati dal governo per non aver prestato servizio nell’esercito o per aver disertato durante l’aggressione terroristica.

di Giovanni Sorbello

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