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Si amplia la cooperazione nucleare tra Iran e Russia

di Cristina Amoroso

Il tortuoso cammino che l’Iran sta percorrendo sul programma nucleare e sul suo legittimo diritto di usare l’energia nucleare tra difficoltà oggettive, rinvii di accordi e proposte di risoluzione ha preso l’avvio ai tempi dello Scià, ma dal 2003 ha assunto dimensioni tali da innescare crisi internazionale, che, senza l’ostruzionismo dei “falchi” di Washington poteva essere risolta nel 2003. Ad affermarlo è il fisico Bruno Pellaud, ex vicedirettore dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (Aiea) e in seguito presidente del Forum Nucleare Svizzero.

A suo avviso, l’accordo firmato il 24 novembre 2013 al termine di quattro giorni di maratona diplomatica a Ginevra tra l’Iran e il gruppo P5+1 (Stati Uniti, Russia, Cina, Francia, Regno Unito e Germania) ha fatto ben sperare nel superamento dell’interminabile crisi legata al nucleare iraniano. Da questo accordo – secondo Pellaud – entrambe le parti sono usciti vincenti. Gli iraniani non perdono la faccia, perché è riconosciuto loro il diritto di continuare ad arricchire l’uranio. Quanto all’Occidente, ha guadagnato la conferma ufficiale di una trasparenza estrema del programma atomico dell’Iran che tra l’altro è già oggi il Paese più controllato al mondo dall’Aiae.

Intanto, in attesa che aspetti più specifici vengano concordati in successivi incontri dell’Aiea, sono stati svolti interessanti negoziati tra l’Iran e la Russia, nell’ambito di accordi di cooperazione che vanno dall’energia allo sviluppo del corridoio ferroviario Nord-Sud, dalla cooperazione nello sviluppo dei giacimenti e infrastrutture per il gas in Iran, all’esportazione di automobili in Russia e importazione di aerei russi in Iran.

Quanto al nucleare, a febbraio a Teheran i tre giorni di negoziati tra la delegazione russa, guidata da Sergei Kiriyenko, direttore dell’ente per l’energia atomica russo Rosatom, e la delegazione iraniana guidata da Golamreza Agazadeh, direttore dell’Organizzazione per l’energia atomica iraniana, si sono conclusi il 26 febbraio con un accordo di principio sulla proposta russa di una struttura comune per l’arricchimento dell’uranio sul suolo russo. Kiriyenko ha sottolineato l’importanza e la fattibilità di risolvere la questione nucleare in seno alla Aiea, senza ricorrere al Consiglio di Sicurezza dell’Onu. “La Russia è convinta che l’Iran abbia il diritto legittimo di usare l’energia nucleare. Naturalmente l’Iran è anche pronto ad offrire alla comunità internazionale delle ‘garanzie oggettive’ sul fatto che il programma nucleare iraniano non sia riconvertito verso la produzione di armi”. Da parte russa è stato espresso l’impegno ad aiutare l’Iran nel completare l’impianto di Bushehr entro la fine dell’anno.

Se la televisione russa Rtv ha presentato l’accordo come “sensazionale” e “un successo” e Kiryenko ha spiegato ad Itar-Tass, “Ho accolto con soddisfazione le parole del vice presidente iraniano Gholam Reza Agazadeh, secondo cui gli iraniani sono pronti in linea di principio ad una joint venture”, alcune agenzie occidentali sminuiscono l’accordo parlando di mancanza di risultati concreti tra le due parti a Teheran. Secondo il ministro francese Douste-Blazy, “I negoziati russo-iraniani non hanno avuto successo. Mi sono rammaricato per quanto accaduto ieri a Teheran”.

Ma in realtà i negoziati tra le due parti, ripresi il 28 febbraio a Mosca, sono proseguiti fino al raggiungimento di un importante accordo per la produzione di combustibile nucleare della Repubblica islamica, come ha annunciato l’ambasciatore iraniano in Russia, Mehdi Sanaei.

“Sulla base di un memorandum, l’Iran e la Russia hanno concordato di produrre congiuntamente carburante e questo è nel quadro dei piani a lungo termine del nostro Paese per la produzione di combustibile nucleare”, lo riferisce il quotidiano Forsat-e Emrouz citando le parole di Mehdi Sanaei, aggiungendo che l’accordo di cooperazione è “un passo molto positivo per approfondire la cooperazione nucleare” tra i due Paesi.

Sanaei ha dichiarato che il terreno è pronto per la costruzione di un secondo reattore nucleare a Bushehr, nel sud dell’Iran, dove la Russia ha già costruito la prima centrale elettrica iraniana.
Lo scorso novembre, l’Iran e la Russia hanno deciso di costruire otto ulteriori centrali nucleari in Iran, quattro delle quali presso il sito di Bushehr, per le altre quattro la posizione esatta non è stata ancora precisata.

Mosca e Teheran hanno anche espresso l’intenzione di cooperare nel settore del ciclo del combustibile nucleare e in ecologia, dichiarando che esamineranno la possibilità di produrre in futuro componenti di combustibile nucleare in Iran.

Dopo aver firmato un accordo per la costruzione di centrali nucleari nel 1992, Teheran e Mosca hanno raggiunto un accordo nel 1995 per completare Bushehr, la prima centrale nucleare dell’Iran, ma il progetto è stato ritardato più volte a causa di una serie di problemi tecnici e finanziari. L’impianto da mille megawatt, che opera sotto la piena supervisione dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea), ha raggiunto la sua massima capacità di generazione di energia nel mese di agosto del 2012. Nel mese di settembre 2013 l’Iran ha ricevuto ufficialmente dalla Russia la prima unità della sua prima centrale nucleare di mille megawatt, che per due anni rimane sotto garanzie russe.

Gli interessi di fondo, la convenienza economica e la fattibilità di fabbricare componenti di barre di combustibile in Iran potrebbe essere un campanello d’allarme per alcuni diplomatici occidentali, oltre al fatto che qualsiasi accordo bilaterale che permetta all’Iran di continuare un programma di arricchimento dell’uranio indigena potrebbe compromettere i colloqui dell’intero P5+ 1.

Dobbiamo aspettarci per i prossimi giorni una escalation di menzogne e sporchi trucchi senza esclusione di colpi?

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