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Sei anni fa, in una Damasco già “infiltrata”, veniva assassinato Imad Mughniyeh

Intorno alle 22:15, Mughniyeh ha lasciato il palazzo nel quartiere di Kfar Sousa di Damasco. Egli andò via da solo e iniziò a camminare in direzione della sua auto, parcheggiata in un’area di circa 800m2 utilizzata come posteggio. Poco prima delle 22:20, Mughniyeh, giunto a nove metri dal suo Pajero, venne investito dalla potente esplosione che lo uccise all’istante.

Il dispositivo esplosivo era simile a quelli utilizzati da Israele per assassinare i leader della resistenza in Libano e all’estero. Le indagini hanno indicato che l’intera operazione terroristica ha avuto una durata di circa sei settimane. Alcuni dati, che la squadra investigativa non ha voluto rivelare, indicano che è iniziata ai primi di gennaio e si è conclusa pochi giorni dopo l’assassinio, a metà febbraio 2008, riferisce al-akhbar.

Secondo le indicazioni derivanti dalle indagini svolte il Mossad ha reclutato un espatriato siriano che visitava spesso il suo Paese, chiedendogli di trasferirsi a Damasco per fornire la logistica per l’operazione. Gli agenti hanno fornito una villa per nascondere il veicolo e imbottirlo con l’esplosivo, oltre che per preparare l’organizzazione del gruppo che doveva effettuare l’operazione.

La villa si trovava in un sobborgo di Damasco (“Assad Villages”), situata a nord-ovest di Kfar Sousa. Poco dopo, l’agente è tornato in Siria ed ha comprato un Mitsubishi Pajero 4×4, dopo aver saputo che diverse auto simili frequentavano la località di destinazione. La squadra di esecuzione ha utilizzato un modello diverso, un Mitsubishi Lancer, grazie alla sua popolarità in Siria.

Ricerche approfondite hanno rivelato il ruolo di Israele e della sua diretta responsabilità nell’assassinio. Le indagini hanno dimostrato che il Mossad, che in quel periodo era sotto la guida di Meir Dagan, è stato responsabile per l’operazione dalla A alla Z, riferisce al-akhbar.

“Gli israeliani sono in imbarazzo ed hanno molta paura perché sanno che un giorno la nostra vendetta arriverà per vendicare il martire Mughniyeh; se dobbiamo scegliere tra una vendetta rapida e inadatta, e una vendetta d’onore che arriverà in un tempo lontano, noi abbiamo scelto la seconda”, ha dichiarato il leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, durante un discorso per l’anniversario dell’assassinio di Mughniyeh.

 

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