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Riyadh dona oro e Rolex ai terroristi Mko

Un ex membro dell’Organizzazione terroristica Mojahedin-e Khalq (Mko) ha fatto luce sul sostegno finanziario dell’Arabia Saudita al gruppo terroristico anti-Iran, spiegando come il regime di Riyadh ha donato, in un’occasione, lingotti d’oro e altri oggetti preziosi per un valore di centinaia di milioni di dollari.

Mko
Maryam Rajavi, leader Mko

Massoud Khodabandeh, un ex elemento di alto rango dell’Mko, ha reso le rivelazioni durante un’intervista rilasciata martedì scorso al sito di notizie giordano al-Bawaba. Ha dichiarato che i funzionari dell’agenzia di spionaggio saudita, precedentemente guidati dal principe Turki bin Faisal Al Saud, hanno consegnato all’Mko tre tonnellate di oro massiccio, almeno quattro valigie di orologi Rolex personalizzati e tessuti che coprono la Ka’aba, il santuario più sacro dell’Islam. Khodabandeh ha supervisionato personalmente la consegna di questi beni.

L’oro e altre merci preziose, ha aggiunto, sono state successivamente vendute nei mercati neri della capitale giordana, Amman, tramite uomini d’affari legati ai sauditi e il denaro è andato a conti offshore collegati all’Mko. Khodabandeh ha riferito di aver fatto contrabbandare tre camion carichi di lingotti d’oro dall’Arabia Saudita a Baghdad con l’aiuto di due rappresentanti iracheni e due sauditi. Ogni camion conteneva circa una tonnellata di oro, per un valore di 200 milioni di dollari.

L’ex membro dell’Mko ha inoltre svelato che parte del denaro che l’organizzazione ha ricevuto dai suoi accordi è stato destinato all’acquisto di veicoli militari. Attraverso gli uomini d’affari legati all’Arabia Saudita ad Amman, l’Mko ha acquistato anche decine di veicoli semi-militari Toyota.

Mko, una storia di terrore

L’Mko, elencato come gruppo terroristico in Iran, Iraq, Canada e Stati Uniti, ha rivendicato la responsabilità di numerosi attacchi mortali contro funzionari e civili del governo iraniano negli ultimi 30 anni. Gli attacchi includono l’assassinio del defunto presidente Mohammad-Ali Rajaei, il primo ministro Mohammad-Javad Bahonar e il capo della magistratura Ayatollah Mohammad Beheshti.

L’Mko è anche noto per aver collaborato con l’ex dittatore iracheno Saddam Hossein nel sopprimere le insurrezioni del 1991 nel sud dell’Iraq e il massacro dei curdi iracheni. L’organizzazione è anche nota per l’utilizzo di tattiche di tipo “cult” contro i propri membri, tattiche che includono torture e omicidi di disertori.

di Giovanni Sorbello

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