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Regime saudita uccide 130 bambini yemeniti ogni giorno

Almeno 130 bambini yemeniti muoiono ogni giorno per fame e malattie estreme – un bambino ogni 18 minuti – frutto della brutale aggressione saudita sostenuta dagli Stati Uniti, che dal marzo del 2015 massacra il popolo yemenita devastando le infrastrutture del povero Paese del Golfo.

In una relazione sulla situazione umanitaria pubblicata sul suo sito web, Save the Children rileva che, il continuo blocco imposto dai sauditi nei porti settentrionali dello Yemen rischia di aumentare ulteriormente il numero dei morti, oltre i previsti 50mila bambini che si prevede che muoiano quest’anno. Le statistiche non includono i bambini yemeniti uccisi in bombardamenti da aerei guidati dai sauditi.

Il rapporto aggiunge che quasi 400mila bambini yemeniti avranno bisogno quest’anno di cure per la malnutrizione acuta grave, ma le organizzazioni umanitarie stanno lottando per soddisfarle nonostante le carenze croniche di finanziamento, il più grande focolaio di colera nella storia moderna e ostacoli alle forniture di cibo e aiuti. L’organizzazione caritatevole afferma di avere cinque container pieni di cibo salva-vita per bambini malati e malnutriti bloccati ad Aden a causa del blocco imposto dai sauditi.

L’ultima strage di bambini yemeniti è avvenuta ieri, quando aerei da guerra sauditi hanno bombardato aree civili nei pressi di Al-Masloub, nella provincia yemenita di Al-Jawf, provocando la morte di otto bambini e il ferimento di tre donne.

Da marzo 2015, lo Yemen è vittima di una vile aggressione militare da parte della coalizione guidata dai sauditi. Oltre 13mila yemeniti, per lo più civili, tra cui donne e bambini, sono rimasti uccisi sotto i bombardamenti sauditi. La coalizione guidata dal regime saudita, appoggiata dagli Stati Uniti, ha anche imposto un blocco ai porti e agli aeroporti del Paese come parte della sua aggressione volta a spodestare il popolare movimento di Resistenza Ansarullah e a ripristinare l’ex presidente, fantoccio di Riyadh, Abdurabbuh Mansour Hadi.

Nonostante la grande disparità sul campo, le forze yemenite e i combattenti di Ansarullah hanno affrontato eroicamente l’aggressione guidata dai sauditi, infliggendo pesanti e umilianti sconfitte militari.

Per l’Arabia Saudita la guerra sta divenendo insostenibile per il crescente costo delle operazioni e delle coperture internazionali da comprare, e per il prezzo politico divenuto proibitivo. Riyadh, ovvero Mohammed bin Salman, l’attuale principe ereditario saudita e Ministro della Difesa, nel marzo del 2015 aveva lanciato l’operazione per affermare la propria egemonia nell’area; il disastroso esito dell’operazione sta erodendo rapidamente credibilità e peso politico della corona saudita. L’aggressione militare di Riyadh ha gravemente danneggiato le infrastrutture dello Yemen, oltre ad aver causato la morte di oltre 12mila persone.

di Giovanni Sorbello

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