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Reddito di cittadinanza: la Finlandia smentisce lo stop

La notizia aveva fatto in poche ore il giro del mondo: la Finlandia ha deciso di mettere fine in anticipo l’esperimento del reddito di cittadinanza avviato nel 2017 a beneficio di duemila disoccupati finlandesi. Secondo fonti delle autorità per gli affari sociali e il welfare, invece l’esperimento proseguirà fino a fine 2018, così come era stato pianificato.

FinlandiaIl report sui risultati dell’esperimento verrà diffuso nel 2019 dalla Kela, l’agenzia governativa che gestisce sussidi e programmi di sicurezza sociale. Al termine di questa prima fase si procederà all’applicazione del modello inglese dell’universal credit in vigore nel Regno Unito già dal 2013.

Le uniche modifiche apportate in corsa dal governo di Helsinki, riguardano la non inclusione dei cittadini che già hanno un lavoro, inizialmente previsti dal programma. Dunque l’esperimento proseguirà solo nei confronti dei duemila disoccupati, dai 25 ai 58 anni di età, sorteggiati nel 2017, i quali continueranno a percepire la somma dei 560 euro mensili, senza essere sottoposti a vincoli o limitazioni particolari.

Detrazioni da circa 32 euro al mese sono previste per i beneficiari di altri sussidi di disoccupazione, che non dimostrino di essersi attivati per la ricerca di un lavoro. Per continuare a percepire i circa 700 euro di sussidio comunque è sufficiente aver lavorato circa 18 ore in un trimestre.

L’esperimento finlandese, dunque rimane in piedi e continuerà ad essere sotto la lente d’osservazione di esperti e politici di tutto il globo, interessati a conoscere se veramente il reddito di cittadinanza può costituire uno strumento di efficace lotta alla crisi, alle diseguaglianze sociali e possa nel contempo fungere da volano per le economie dei Paesi che decideranno di applicarlo.

Allo stato attuale l’unico Paese che, al pari della Finlandia sta applicando tale modello di reddito di cittadinanza è l’Alaska. Dal lontano 1982, infatti ad ogni cittadino viene corrisposto un compenso in denaro di circa 1.100 dollari (896 euro), derivante dal Fondo istituito nel 1976 dal governo federale e che ha come obiettivo quello di distribuire tra la popolazione parte dei proventi derivanti dall’industria petrolifera. Nessun requisito è richiesto, se non appunto la cittadinanza e nessuna restrizione o paletto condiziona il godimento di quello che rappresenta una sorta di ricompensa per lo sfruttamento delle risorse naturali del territorio dell’Alaska.

I detrattori e gli scettici di tale modello puro di reddito, ovvero non condizionato da requisiti diversi dal possesso della cittadinanza ci sono e temono soprattutto si tratti di un incentivo all’inoccupazione o al più alla ricerca di lavori mal retribuiti. In Finlandia infatti, già da qualche tempo, sta girando una petizione con la quale si chiede il ritiro del reddito di cittadinanza che ha già raccolto oltre 50mila firme.

di Massimo Caruso

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