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Sicilia: Politica, ma quanto mi costi?!

di Adelaide Conti

Quanto ci costano i viaggi istituzionali dei deputati dell’Assemblea regionale siciliana? Presto detto: 37mila euro in tre mesi. Questa è la cifra che si legge nel programma triennale per la trasparenza consultabile online sul sito dell’Ars. Da Novembre, infatti, i dati relativi ai rimborsi dei parlamentari siciliani sono consultabili online e il documento, come è facile immaginare, riserva qualche sorpresa. Vediamo, allora, di fare quattro conti: per l’Onorevole Michele Cimino (ex Grande Sud) e il collega Salvatore Cordaro (Cantiere Popolare), tre giorni a Bruxelles, per degli incontri di aggiornamento sulle politiche europee, sono costati complessivamente 4.800 euro. Più elevata la spesa affrontata dalla democratica Mariella Maggio, che per lo stesso evento ha incassato un rimborso di quasi 2.600 euro.

Le cifre aumentano se ci si sofferma sui costi delle finora sette missioni del presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone. La più costosa è quella fatta nel Qatar, in occasione del Brand Italy, la prima esposizione del made in Italy nel Paese arabo. I quattro giorni di trasferta dell’Onorevole sono costati alle casse della Regione siciliana ben 3.233 euro. Più cospicuo il rimborso ottenuto dall’onorevole Bruno Marziano, che in Qatar si è fermato due giorni in più e ha dunque incassato un rimborso pari a cinquemila euro. Sempre di Ardizzone, è un viaggio a Santiago di Compostela, in Spagna, per la partecipazione alla Conferenza dei Presidenti delle Assemblee regionali europee con poteri legislativi, qui la spesa è di 2.734 euro.

Ma i viaggi non sono finiti qua, ci sono fine settimana a Roma, trasferte a Rimini e Milano, per un totale di appunto trentasettemila euro. Svariate le ragioni dei numerosi viaggi, che vanno dall’elezione del Presidente della Repubblica alla partecipazione di diverse conferenze tenutesi in Italia e non solo. E siccome la trasparenza per decreto è in vigore solo dal primo novembre dello scorso anno, tutti i dati relativi ai rimborsi precedenti tale periodo, non sono consultabili. C’è da immaginare che anche per quei periodi le sorprese non manchino. A ben vedere i cittadini siciliani sono avvezzi ai costi esosi della politica isolana e queste cifre non stupisco più nessuno. Basti solo ricordare che un parlamentare della Regione Sicilia guadagna circa 13mila euro lordi al mese e che gode di prebende e privilegi che in altre regioni non esistono.

Dunque, nessuna riduzione di stipendio per gli inquilini di Palazzo dei Normanni, neanche in tempi in cui le casse della Regione sono tutt’altro che piene. Nell’accogliente grembo della “mamma Regione” si sta davvero bene, ma, in tempi di spending review, destinare tutto quel danaro pubblico alle “gite istituzionali” lascia un po’ l’amaro in bocca. Si invoca da più parti la necessità di ridurre i costi della politica, ma le decisioni fin qui prese non sembrano andare in quella direzione. Stride non poco tutto quel parlare di consumo consapevole e lotta agli sprechi, quando poi, coloro che dovrebbero dare l’esempio, non rinunciano nemmeno al superfluo. Va da sé che la disaffezione dei cittadini verso la politica e i suoi rappresentanti cresce sempre di più.

Chiedere alla casta un atteggiamento più sobrio e responsabile, non fosse altro per una questione di rispetto nei confronti di milioni di cittadini attanagliati da una sempre più pressante politica di austerità, è troppo? Visto come vanno le cose, pare proprio di sì. Dulcis in fundo, mentre i portaborse di fiducia dei politici si sono visti decurtare lo stipendio del 40% per effetto della spending review, all’Assemblea regionale siciliana in taluni casi lo stipendio è addirittura lievitato. Come dire, il lupo perde il pelo ma non il vizio!

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