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Perché votare Si: intervista ad Angelo Bonelli

di Adelaide Conti
“Grande è la confusione sotto il cielo…” diceva Mao Tse-tung.

Lo ammettiamo: siamo confusi. Non sarà tutta colpa del governo e degli organi d’informazione, ma certamente una qualche responsabilità ce l’hanno, non fosse altro per la mancanza di un approfondimento serio che tenga conto delle variabili legate ad un tema così complesso. Per districarsi da una situazione ingarbugliata come quella del referendum di domani sulle trivelle in Italia, occorre, a nostro avviso, anzitutto sentire voci autorevoli in campo ambientale. Andiamo sul sicuro chiedendo ad Angelo Bonelli chiarimenti.
Perché è importante andare a votare sì?
“Questo referendum è importante perché attraverso questo voto possiamo costruire una politica energetica diversa. Quella messa in atto in questi anni è fortemente legata agli idrocarburi. Questo governo attraverso una strategia scientifica ben precisa ha indebolito le rinnovabili per aumentare il peso degli idrocarburi.
Allungare le concessioni per l’estrazione di idrocarburi all’infinito, oltre a violare le direttive europee, creerebbe un monopolio e le concessioni si trasformerebbero in cessioni definitive ai privati. Inoltre è bene che i cittadini sappiano che delle 44 concessioni interessate dal referendum, 21 non sono più in produzione e quindi non ci lavora più nessuno”.
Perché il governo ha voluto rinnovare sine die concessioni che non sono più in produzione?
“La risposta è semplice ma preoccupante allo stesso tempo: in questo modo si eviterà ai petrolieri di farsi carico delle spese di bonifica dei luoghi inquinati come prevede la legge secondo il principio “chi inquina paga”. Un bel regalo del governo per le compagnie che così risparmieranno ben 800 milioni di euro. Ecco la vera ragione di questa norma per cui il governo è disposto a battersi fino al punto di fare un invito illegale, illegittimo, quello all’astensionismo.
A proposito di ciò, cosa pensa del fatto che il presidente del Consiglio Matteo Renzi lanci appelli a non andare a votare?
“Trovo l’invito del premier scorretto e grave. Denota senz’altro la paura che il Sì possa vincere. Tra l’altro il governo deve confrontarsi democraticamente con l’opinione dei cittadini. Non può pensare di fare saltare il referendum facendo leva sull’astensionismo. Noi come Verdi invitiamo ad andare a votare domani mattina presto in modo che si raggiunga il quorum il prima possibile”.
Se vince il sì cosa chiederete al governo?
“Inanzitutto otterremmo un grande successo quello di non fare regali ai petrolieri. Poi chiederemo immediatamente che si facciano le bonifiche, oltre la dismissione delle piattaforme che non funzionano più. Voglio in aggiunta precisare che nessun posto di lavoro è a rischio giacché le concessioni di cui si parla andranno in scadenza nel 2030-34. Abbiamo oltre 14 anni di tempo per poter avviare un piano energetico che faccia a meno dei pozzi di petrolio in Italia, nell’Adriatico e via dicendo. Non fare questo regalo alle compagnie e iniziare a fare le bonifiche ci sembra il modo migliore per attuare concretamente nuova politica energetica sostenibile. Del resto, lo stesso Renzi in un’intervista rilasciata stamattina ha precisato che questo è un referendum sulle politiche energetiche. Ebbene sì, siamo d’accordo, è un referendum anche sulle politiche energetiche, il punto è che lui vuole far saltare il confronto attraverso l’astensione, noi invece ci confrontiamo democraticamente. Quindi, se vincerà il sì chiederemo un cambio energetico. 100% rinnovabili nel nostro Paese”.
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