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Ossequio italiano alla cultura ebraica

Con la kippah sul capo, in segno di rispetto, il ministro degli Interni, Marco Minniti, intervenuto nella sinagoga centrale di Milano in occasione della Giornata Europea della cultura ebraica, ha trasmesso il doppio messaggio di ammirazione e gratitudine per la comunità ebraica, rievocandone la diaspora che “ha fecondato e nutrito il mondo circostante”.

Dal 1999, la prima domenica di settembre nell’Unione Europea è celebrata la Giornata europea della cultura ebraica, per favorire la scoperta del patrimonio culturale ebraico, con visite guidate a Sinagoghe, musei e antichi quartieri ebraici e con centinaia di iniziative tra concerti, spettacoli, conferenze, visite archeologiche e assaggi di cucina kasher. L’evento annuale è stato avviato nel 1996 dall’Ordine indipendente B’nai Brith di Strasburgo, la più antica e la più numerosa organizzazione giudaica di mutuo soccorso, riservata ai soli ebrei, organizzata in logge e in capitoli in 45 nazioni, con 500mila iscritti. Nel 2000 è stata creata una partnership tra B’nai B’rith e le altre organizzazioni che attualmente partecipano all’organizzazione degli eventi del giorno.

L’edizione 2017, porte aperte in 35 Paesi europei, in 81 località italiane da nord a sud, è stata inaugurata in Sicilia, regione prescelta quale centro delle iniziative, dove si sono svolti eventi in diverse località: Palermo, Catania, Agira (En), Camarina (Rg), Siracusa e Troina (En). Il tema centrale di quest’anno è stato la “Diaspora: identità e dialogo”, mettendo subito al centro dell’attenzione l’importanza della Terra di Israele, come Terra promessa.

Tante iniziative in numerose città italiane hanno visto prenderne parte autorità nazionali, regionali e locali, oltre ai rappresentanti delle comunità ebraiche, ai cristiani-sionisti, ai cripto ebrei. Nella sinagoga di via della Guastalla a Milano, come sempre blindata e super controllata, si è celebrata la Giornata europea della cultura ebraica. “Diaspora: identità e dialogo”, il titolo della riflessione di quest’anno a cui hanno partecipato, tra gli altri, il ministro degli Interni Marco Minniti, il sindaco Beppe Sala, il prefetto Luciana Lamorgese, il questore Marcello Cardona, il presidente del Consiglio regionale Raffaele Cattaneo. A riceverli, il rav Alfonso Arbib, rabbino capo di Milano e il deputato Pd Emanuele Fiano.

Il discorso del ministro degli Interni ha sottolineato la sua  ammirazione sincera e la gratitudine per la comunità ebraica, l’ammirazione come cittadino del mondo, la gratitudine come uomo di governo. Il tema della diaspora ebraica, ha detto il ministro, rievoca quello che i latini parafrasavano con ex malo bonum: la tragedia del trovarsi dispersi può rivelarsi feconda. “La diaspora ebraica ha letteralmente fecondato, nutrito, il mondo a lei circostante, e l’ebraismo può vantare così una forza e una autorevolezza morale proprio grazie al suo inizio tragico”. 

Dove sta l’autorevolezza morale e la forza dell’ebraismo? Nel ritorno degli ebrei in Terra santa, nel loro feroce recupero del “sacro” esclusivismo, nella loro potenza militare virulenta? Forse che Israele ha fecondato e nutrito la Terra promessa che appartiene ai Palestinesi?

Il discorso del ministro, accomunato alle parole espresse in precedenza dal Rabbino capo di Milano Alfonso Arbib che parla di rispetto, ci ricorda l’ex Primo Ministro, Matteo Renzi, che definisce “allucinante” la risoluzione di condanna Unesco sulla politica di Israele verso Gerusalemme ed i luoghi santi ed ottiene la “riconoscenza” di Israele.

di Cristina Amoroso

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