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Opprimere un popolo non è reato, se hai gli “amici” giusti

di Zenab Muhammad

Basta avere gli amici giusti per opprimere un intero popolo senza passare per criminale e andare incontro a condanne e sanzioni. Potrebbe essere il caso dell’Arabia saudita, amico fedele e primo partner commerciale degli Usa, il cui regime opprime sistematicamente gli oppositori e ogni forma di protesta al regime.

Gli ultimi episodi di violenza risalgono a pochi giorni fa, quando le forze di sicurezza saudite wahhabite, hanno arrestato nove persone nella città sciita di Awamiyah teatro di proteste anti-regime da oltre due anni. Le forze di sicurezza hanno fatto irruzione nelle loro case e li hanno arrestati. Secondo il Ministero dell’Interno, i detenuti sono accusati di aver istigato le proteste anti-governative ad Awamiyah nel 2012.

Nei giorni scorsi gli attivisti sauditi hanno inscenato diverse manifestazione organizzate dal Movimento Giovanile Liberale saudita, contro gli atti brutali compiuti dalle forze di sicurezza nel villaggio di al-Awamiyah e per esprimere la loro rabbia contro la repressione del regime di Al Saud contro i manifestanti.

Gli attivisti chiedono il diritto di protestare e la liberta’ di espressione contro il regime. Le manifestazioni hanno avuto origine nel Febbraio 2011, per chiedere riforme politiche e la fine di tutte le discriminazioni.

Le proteste anti-governative si sono intensificate nel Novembre 2011, quando le forze di sicurezza hanno sparato sui manifestanti a Qatif, uccidendo cinque persone e provocando un numero molto elevato di feriti.

Anche nella capitaele Riyadh si sono organizzate diverse proteste e sit-in. Giorni fa la gente ha tenuto un comizio bloccando la strada principale della città per protestare contro l’arresto di Haila al-Qaseer. Qaseer, 37 anni, è stato accusato, senza la presenza di prove, di aver partecipato a presunte organizzazioni terroristiche, istigando la resistenza armata contro il personale della sicurezza.

Anche centinaia di attiviste sono scese in piazza per protestare contro la violazione dei diritti delle donne in Arabia Saudita, spesso costrette anche ad abbandonare gli studi.

Nel mese di ottobre 2012, Amnesty International ha chiesto alle autorità saudite di cessare l’uso eccessivo della forza contro i manifestanti dell’opposizione. “Le autorità saudite devono porre fine a queste continue violenze contro i manifestanti e di soffocare ogni tipo di protesta nel Paese”, dichiara Philip Luther, direttore di Amnesty International per il Medio Oriente e il Nord Africa. Le proteste pacifiche da parte delle persone sono un loro diritto, devono essere rispettate – continua Luther –  e le forze di sicurezza devono astenersi dall’uso eccessivo della forza contro coloro che esercitano le proteste.

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