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Myanmar. Ottocento mila musulmani privati ​​della cittadinanza

di Giovanni Sorbello
Circa ottocento mila musulmani Rohingya in Myanmar, sono stati privati dei loro diritti di cittadinanza, che li hanno resi vulnerabili ad atti di violenza e di persecuzione.
Il governo del Myanmar ha finora rifiutato di concedere la cittadinanza ai Rohingya, nonostante le pressioni internazionali. Il 9 ottobre, il Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani Navi Pillay,  ha invitato il Myanmar a concedere la cittadinanza.

I musulmani Rohingya hanno affrontato torture e  repressione in Myanmar, dall’indipendenza ottenuta nel 1948.

Centinaia di Rohingya sono stati uccisi e migliaia gli sfollati nei recenti attacchi da parte degli estremisti buddisti, che spesso attaccano i villaggi dei Rohingya, bruciando loro le case.  Il governo del Myanmar afferma che l’unica soluzione alla crisi è quella di inviare un milione di musulmani, in altri paesi disposti a prenderli.

Amnesty International e Human Rights Watch hanno rilasciato delle dichiarazioni, invitando il governo del Myanmar ad agire in difesa della popolazione musulmana dei Rohingya. E’ vergognoso il silenzio da parte di Stati Uniti e Unione europea, sul massacro in corso della minoranza musulmana in Myanmar.

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