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Myanmar, il massacro silenzioso dei Rohingya

L’importante gruppo internazionale per i diritti umani Human Rights Watch ha pubblicato un rapporto che descrive le uccisioni “sistematiche” commesse dall’esercito del Myanmar e lo stupro di centinaia di musulmani Rohingya nel villaggio di Tula Toli a Rakhine.

Human Rights Watch ha sottolineato che la “crudele efficienza” del raid indica che potrebbe solo avvenire con una pianificazione anticipata. Il gruppo per i diritti umani ha aggiunto che la repressione rappresenta una nuova testimonianza della campagna militare di pulizia etnica del Myanmar. Come risultato della repressione, oltre 600mila musulmani Rohingya sono stati costretti a fuggire nel vicino Bangladesh. L’esercito del Myanmar blocca ancora l’accesso di attivisti per i diritti e giornalisti nella zona del conflitto nello Stato settentrionale del Rakhine.

Migliaia di Rohingya hanno perso la vita in Myanmar negli ultimi anni. Oltre il 71% delle morti riportate sono state causate da violenze e si stima che almeno 6.700 Rohingya siano stati uccisi, compresi 730 bambini di età inferiore ai cinque anni.

L’Ue ha riferito che fra i rifugiati Rohingya vi sono almeno 40mila minori non accompagnati, fuggiti in Bangladesh per scappare dalle violenze in Myanmar. Sono oltre 600mila i Rohingya costretti a lasciare lo stato del Rakhine nell’arco di poche settimane, in quella che Stylianides ha descritto come la crisi più grave da decenni.

di Redazione

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