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Muos. Il Tar boccia il Ministero della Difesa, rimane la revoca

Ad un giorno dall’anniversario dello sbarco americano in Sicilia, il Tribunale Amministrativo Regionale di Palermo (TAR) ha respinto le richieste del Ministero della Difesa italiano di sospendere la revoca delle autorizzazioni per i lavori del Muos a Niscemi, le famose antenne paraboliche americane la cui potenza ha fatto tanto discutere.

Due ricorsi dunque, quelli presentati dal Ministero, non solo contro la revoca ma anche per il risarcimento da parte della Regione di Sicilia di una somma pari a 25 mila euro per ogni giorno di fermo dei lavori, con decorrenza dal 29 Marzo scorso per aver “danneggiato” i rapporti del Governo con gli Stati Uniti e ritardato il lancio del satellite del sistema Muos previsto per il 2013.

SIT-IN QUESTA MATTINA: Intanto proprio stamane un corposo gruppo di attivisti, tra cui le stesse Mamme No Muos giĂ  presenti le scorse volte nella stessa occasione, si sono riuniti di fronte al Tar di Palermo per ribadire le proprie ragioni contro la realizzazione del Muos a Niscemi ed affermare il valore di una revoca, quella rilasciata dal Governo Crocetta, alla quale non risponde un effettivo blocco dei lavori.

“I lavori all’interno della base continuano – ha sottolineato invece Nadia Furnari dell’associazione Antimafie Rita Atria – Riteniamo, inoltre, che quella famosa visita alla base da parte di diversi giornalisti sia avvenuta in moto anomalo. Infatti non è stato chiesto dai giornali di accreditarsi ma è partito un aereo pagato dall’aeronautica militare per portare i giornalisti a Sigonella e da lì alla base, decidendo come e quando aprire le porte degli autobus. Questa non è trasparenza ma propaganda”.

 LA PAROLA AGLI AVVOCATI: “Il Ministero ha insistito nella richiesta di sospensiva così come l’aveva riformulata alla scorsa udienza – ha affermato l’Avv. Papandrea – quindi chiedendo di poter proseguire i lavori senza mettere in esercizio l’impianto e senza montare le parabole. Rispetto a questa richiesta noi ci siamo comunque opposti perché, dopo che è uscito lo studio della Sapienza di Roma che dimostra che le autorizzazioni non potevano essere date, noi non vediamo che senso abbia proseguire secondo quella forma dei lavori che in ogni caso non potevano essere autorizzati”.

A sottolineare invece la necessità di predisporre la difesa, nelle sedi opportune, di tutti quegli attivisti colpiti da azioni repressive e multe ingenti, è stata l’Avv. Paola Ottaviano anche lei legale del movimento, la quale pensa che il Muos sia interamente illegittimo e che vada quindi definitivamente soppresso.

IL TAR BOCCIA MA NON SI ESPRIME: Grande la soddisfazione e la gioia degli attivisti in ritorno a Niscemi dopo il “NO” del Tar contro il Ministero della Difesa, però lo stesso non si è espresso in quanto i giudici si sono limitati a rigettare la richiesta di sospensiva. La vicenda dunque si complica dato che si attende un successivo incontro per discutere sullo stesso ricorso del Ministero: non giocherà forse un ruolo importante anche il parere “scontato” dell’Istituto Superiore della Sanità?

RICHIESTA TRASFERIMENTO PREFETTO E QUESTORE DI CALTANISSETTA: A seguito dell’attività repressiva perseguita nei confronti degli stessi manifestanti e alle “contestazioni di sanzioni amministrative nei confronti dei manifestanti stessi”, come riportato in una nota indirizzata al Ministero dell’Interno ma anche agli organi di stampa e alla prefettura di Caltanissetta, è stato chiesto il trasferimento in altra sede del Questore e del Prefetto di Caltanissetta. Una proposta che ha già raccolto le sue prima firme da parte di diverse associazioni di cittadini come Ass. antimafie “Rita Atria”, Ass. Futuro Verde, Ass. Malaussène – Circolo Arci Palermo, Cobas Antirazzista Palermo, Borderline Sicilia Onlus, Comitato per i diritti civili di Catania e molte altre.

SICILIA PIATTAFORMA DI PACE: Profondo l’auspicio di coloro che vorrebbero realmente fare della Sicilia una “piattaforma di Pace”: l’intento, come ha spiegato Rossella Accardo, è quello di richiedere l’intervento del Papa in una terra da sempre tacciata di mafia e delinquenza ma oggi più che mai militarizzata e stuprata nell’animo. “In Sicilia si muore affondando sulla terra ferma”, ha affermato la stessa, “riportiamo il valore sacro della nostra Trinacria in nome della Pace”. Nel frattempo anche diversi attivisti stanno pensando di proseguire concretamente con uno sciopero della fame, un atto coraggioso quanto determinato a dimostrare non ai soli italiani ma al mondo intero di che pasta sono fatti i Siciliani.

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