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Mosca protagonista in Medio Oriente

Medio Oriente – Il tour diplomatico di Putin da Mosca ad Ankara con tappa in Siria ed Egitto dimostra, al di là di ogni dubbio, il ruolo di primo piano di Mosca in Medio Oriente. In una sola giornata il presidente russo si è incontrato con Assad, al-Sisi, il re di Giordania, Abu Mazen ed Erdogan. Si tratta di uno scacchiere che non si limita alla Siria, dove l’intervento militare russo è stato determinante per la sconfitta dei Daesh, e per evidenziare il ruolo ambiguo americano nella guerra contro Assad.

Putin nel corso di una visita alla base aerea russa di Hmeimim a Latakia in Siria ha incontrato il presidente siriano Bashar al-Assad e il ministro della Difesa russo Serghiei Shoigu, ordinando l’avvio del ritiro delle truppe russe dalla Siria, mossa di estremo pragmatismo che, lasciando sul terreno americani e siriani “democratici” ha inteso indicare la strada da intraprendere: la politica e la diplomazia. Segnale importante per dare una svolta all’era Isis, ora è il momento che i siriani prendano in mano la situazione e che le truppe russe si ritirino, l’intervento russo è arrivato nel momento in cui era pragmaticamente necessario e indispensabile per salvare la situazione, ora è pragmaticamente necessario che le truppe si ritirino.

Nella stessa giornata Putin ha fatto tappa in Egitto, al Cairo, dove è stato accolto ai piedi della scaletta dell’aereo dal presidente egiziano Abdel Fattah Al-Sisi. Al centro dei colloqui “gli sviluppi relativi a Gerusalemme e alla Siria” anche in vista della nuova tornata di trattative a tre con l’Iran la prossima settimana ad Astana. E’ il terzo faccia a faccia tra i due leader nell’ultimo mese e la cooperazione in campo energetico, a proposito della quale l’Egitto si è accordato con la Russia per costruire un nuovo impianto nucleare a Dabaa. Le firme, apposte da ministri alla presenza di Putin e del presidente egiziano Abdel Al-Sisi, rappresentano un “accordo record nella storia dell’industria nucleare”, ha sottolineato Alexei Likhachev, il direttore di Rosatom, l’impresa statale russa che costruirà l’impianto entro il 2026. La centrale verrà allestita sulla costa mediterranea, a 170 km ad ovest di Alessandria.

Oltre che il presidente al-Sisi in Egitto, che significa anche vicenda libica e ruolo di mediatore della Russia, il presidente russo si è recato in un’area chiave dove ha incontrato anche il re di Giordania e Abu Mazen, dimostrando oltre che pragmatismo un eccellente tempismo nel tentare di fornire soluzioni per altre vicende come ad esempio Israele e il caos della Libia. Al termine della serata ad Ankara in un incontro che cementa l’alleanza fra Erdogan e Putin, cruciale per la crisi siriana.

L’importanza del tour diplomatico in Medio Oriente di Putin è stata sottolineata dai mass media locali, come il quotidiano egiziano Al-Youm Al-Sabia, che lunedì è uscito con i titoli in russo: “Signor presidente della Russia, benvenuto in Egitto!”, “Signor presidente, quando torneranno i turisti russi in Egitto?”, in un articolo che sottolinea l’importanza dell’incontro tra i due presidenti per l’intera regione del Medio Oriente” visti i problemi ed i conflitti che minacciano la sicurezza della regione: il terrorismo, il dossier palestinese, la questione di Gerusalemme, la situazione in Libia, Siria e Yemen”.

di Cristina Amoroso

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