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L’Unione Europea condanna il nuovo piano israeliano di insediamenti

di Manuela Comito

L’Unione Europea ha aspramente criticato l’approvazione da parte del governo israeliano di un piano per 900 nuove unità abitative a Gerusalemme est, nell’insediamento illegale di Ramat Shlomo. Sabato 9 maggio i 28 Stati membri dell’Ue hanno sottoscritto un documento in cui viene sottolineato come la continua espansione degli insediamenti illegali israeliani sia la vera causa del sistematico fallimento dell’avvio dei colloqui di pace. “La determinazione di Israele a continuare la sua politica di espansione degli insediamenti, nonostante la spinta della comunità internazionale, non solo mette a rischio la fattibilità della soluzione dei due Stati, ma mette anche seriamente in discussione il suo impegno per un accordo negoziato con i palestinesi”, si legge nella dichiarazione.

Anche Jeff Rathke, portavoce del Dipartimento di Stato Usa, ha condannato il piano di espansione israeliano e ha espresso “preoccupazione e disappunto” per la decisione del governo di Tel Aviv. L’espansione dell’insediamento israeliano di Ramat Shlomo era già stata al centro di un’accesa polemica tra Israele e gli Usa nel 2010 quando, nel bel mezzo di una trattativa per cercare di far ripartire i colloqui di pace, il governo israeliano annunciò la costruzione di 1600 nuove unità abitative nella colonia. Anche in quel caso, com’era già avvenuto in precedenza, Netanyahu, pur sedendo al tavolo delle trattative, continuò a portare avanti la politica degli insediamenti illegali e non rispettò gli accordi sul rilascio dei prigionieri, e ciò determinò l’ennesimo fallimento dei colloqui.

Come riportato da Nena News, l’ampliamento di Ramat Shlomo “è un palese regalo agli alleati della nuova coalizione di governo; una coalizione nazionalista e di destra, che godrà di soli 61 seggi sui 120 disponibili alla Knesset” e che avrà bisogno di una solida alleanza per garantire un minimo di stabilità al nuovo governo Netanyahu. La comunità internazionale considera “illegali” tutti gli insediamenti israeliani costruiti sui Territori Palestinesi Occupati. Ma la condanna di queste continue violazioni è, da anni, puramente formale e non comporta per Israele sanzioni, né concrete misure volte a fermare la scellerata politica espansionistica portata avanti dal governo di Tel Aviv.

Più di mezzo milione di israeliani vivono in più di 120 insediamenti illegali costruiti a partire dall’occupazione israeliana dei territori palestinesi nel 1967.

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