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L’Isis si serve della Turchia per il traffico di eroina verso l’Europa

di Cristina Amoroso

La grande libertà di cui hanno goduto i terroristi dell’Isis, prima dell’intervento delle forze aeree russe, ha permesso loro di utilizzare l’enorme peso finanziario del commercio di droghe illegali per attrarre e strutturare significative risorse umane.

“Il reddito annuo complessivo del commercio di droga illegale supera i 500 miliardi di dollari. Questo denaro alimenta la base finanziaria e organizzativa per le nuove potenti entità terroristiche  che poi competono con gli Stati tradizionali”, come ebbe a dire il capo dell’agenzia antidroga federale della Russia (Fksn) Viktor Ivanov, durante il convegno “Dialogo antidroga Mosca-Africa” svoltosi a luglio scorso nella capitale del Gambia, Banjul.

Secondo il funzionario russo i gruppi terroristici offrono ai loro membri una base ideologica che li unisce, acquisendo così le caratteristiche di quasi-Stati: Boko Haram, l’Isis ed un certo numero di altri gruppi che rappresentano esempi di tale evoluzione.

Lo stesso funzionario russo, nel mese di marzo, in un’intervista aveva messo in guardia sugli enormi proventi dello “Stato Islamico”, derivatigli da eroina afghana trafficata attraverso il suo territorio, sollevando la questione della lotta contro le droghe illegali, il cui commercio è ormai giunto al più alto livello internazionale con grave minaccia per la sicurezza globale.

La maggior parte della produzione dell’eroina a livello mondiale è concentrata in una manciata di province del tormentato Afghanistan, specificamente nelle zone rurali coinvolte nel conflitto. Qui si ottiene il 95 per cento della produzione mondiale di oppio che poi i laboratori clandestini turchi trasformano in eroina di alta qualità per la spedizione verso l’Europa e la Russia, come ha rivelato il capo antidroga russo.

Il percorso del traffico è stato evidenziato dopo un’operazione congiunta antidroga russo-afghana.

“Il carico viaggia attraverso Badakhshan-Doshi-Bamiyan-Herat, poi ulteriormente attraverso l’Iran e in Turchia, dove l’oppio viene trasformato, in laboratori ben attrezzati, in eroina di alta qualità, e quindi mandato in Europa e in Russia”, ha dichiarato Ivanov nel corso di una riunione del comitato anti-narcotici.

Il capo dell’agenzia antidroga federale della Russia ha riferito che 600 chilogrammi di oppio sono stati sequestrati in un’operazione congiunta effettuata da unità antidroga speciali russe e afghane nella città di Doshi in Afghanistan, nella Provincia di Baglan. L’operazione è stata condotta a metà dicembre dall’Unità antidroga di Kabul con il supporto di intelligence del Fksn, il carico di droga è stato rinvenuto in un camion afghano in viaggio verso la Turchia.

Dal 2014 il traffico di droga ha permesso all’Isis di quadruplicare i suoi aderenti. “Il picco di combattenti corrisponde all’aumento annuale del traffico di droga in Medio Oriente, confermato dal crescente numero di sequestri di eroina nella regione”, ha riferito il funzionario russo, aggiungendo che, secondo le stime del Fksn, il reddito del gruppo ricavato dal commercio illegale di droga ammonta a 200-500 milioni di dollari l’anno.

E’ inutile dire che l’eroina afghana ha fatto più di un milione di morti nel mondo e porta miliardi di dollari alla criminalità transnazionale? Che sfiora le 50 tonnellate il quantitativo annuale di eroina afghana sequestrata dalla polizia russa? E’ fuori luogo ricordare che sotto la Nato la produzione di eroina è aumentata di 40 volte?

Ci preme ricordare soltanto che durante la guerra fredda la Cia aveva sperimentato collaborazione e complicità con signori dediti alla guerra, con individui legati alla malavita e anche con trafficanti di droga, ovvero con chiunque potesse dimostrarsi loro utile per combattere la minaccia comunista. Fu proprio l’adozione di questo modus operandi a coinvolgere gli Usa, man mano, nell’esplosione del traffico di oppio in Asia Centrale, oltre che il fatto di essere il principale mercato di consumo dell’eroina.

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