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Libano. “Regali” sauditi ed americani alla vigilia delle elezioni presidenziali

Cargo americano all’aeroporto di Beirut

di Giovanni Sorbello

Dopo mesi di chiacchiere e tira e molla, sembra avviarsi verso la conclusione l’accordo tra Libano, Arabia Saudita e Francia, per la fornitura di armi alle forze militari libanesi. Il comandante dell’esercito libanese, Generale Jean Kahwagi, è arrivato ieri a Riyad per firmare l’accordo tra l’esercito libanese, l’Arabia Saudita e l’esercito francese, per ottenere la concessione saudita di tre miliardi di dollari per acquistare attrezzature militari.

Questa è la seconda visita di Kahwagi in Arabia Saudita per finalizzare questo accordo, che dovrebbe permettere all’esercito di acquistare le armi necessarie, ma a condizione che esse vengano acquistate esclusivamente dalla Francia. Le solite “strane” imposizioni trasversali.

In coincidenza con l’incontro a tre di Riyad, all’aeroporto internazionale di Beirut è atterrato un aereo cargo dell’esercito americano con a bordo mille fucili e relative munizioni per l’esercito libanese. Questa fornitura fa parte – a detta dei funzionari americani – di un accordo stilato in precedenza tra il governo americano e quello libanese.

Il presidente Sleiman ha dichiarato ieri alla stampa locale che la “copertura politica” fornita dal Gruppo di sostegno internazionale per il Libano (Isgl), consentirebbe all’esercito di beneficiare dell’acquisizione di armi pesanti. L’Isgl è stato fondato lo scorso anno a New York come componente dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, il cui obiettivo è quello di sostenere le istituzioni nazionali del Paese e dell’esercito, e per sostenere il Libano a gestire il flusso dei rifugiati siriani nel Paese.

Il prossimo 22 maggio si terrà la quarta e ultima sessione parlamentare per votare il nuovo presidente. Votazioni che assumono una valenza strategica nell’intera regione senza precedenti. Chi vince potrebbe segnare profondamente il futuro del Paese dei cedri ed avere una forte influenza sulle problematiche dei Paesi vicini, crisi siriana in testa. Volendo considerare le pressioni e il ruolo che Arabia Saudita e Stati Uniti hanno avuto negli ultimi 30 anni in Libano, fa pensare la curiosa coincidenza delle “generose donazioni” di armi fatte proprio dai due Paesi all’esercito libanese, a pochi giorni dall’elezione del nuovo presidente.

Ma basteranno tre miliardi di dollari di inutili armi di terza mano per indirizzare ancora una volta il cammino del Libano? Saranno ancora una volta i petrodollari sauditi a decidere il destino dei libanesi? La risposta, forse, la conosceremo il 22 maggio.

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