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Agenzie umanitarie avvisano: Clima e Guerra minacciano il mondo

Clima – La vita delle popolazioni in fuga e non, nelle diverse arie di crisi tra il Medio Oriente e l’Africa è resa ancor più complessa dalla carenza o completa mancanza di cibo e acqua nelle città, nei villaggi e nei campi profughi e del conseguente aggravarsi delle norme igienico-sanitarie. In Siria e Palestina uno dei maggiori problemi riguarda la gestione delle risorse idriche. I palestinesi, soprattutto i residenti a Gaza hanno a disposizione una quantità di acqua potabile tra le più basse al mondo, che va al di sotto della soglia della carenza assoluta.

Ma anche altre milioni di persone si trovano ad affrontare questo problema, come in diversi Paesi dell’America Latina colpiti negli ultimi anni da diversi disastri ambientali. Nell’America del Sud si teme l’emergenza sul fronte sanitario, col diffondersi di epidemie trasmesse dalle zanzare, anche qui si parla di molti sfollati, tra Paraguay e Uruguay ci sono molte organizzazioni umanitarie che distribuiscono acqua, cibo e medicine a chi è rimasto senza casa.

Il numero delle persone costrette a fuggire è esorbitante, quasi 60 milioni, le Nazioni Unite lo descrivono come il peggior disastro ambientale degli ultimi due decenni. La Food and Agriculture Organization delle Nazioni Unite (Fao) ha emesso anche un avviso nel quale sostiene che vi è un aumento di febbre in particolare nell’Africa Orientale, questa febbre colpisce gli animali ma può essere letale anche per gli esseri umani.

Agenzie come Oxfam, il Programma Alimentare Mondiale delle Nazioni Unite (Pam) e Care International sostengono che le dure condizioni meteorologiche e le guerre hanno aumentato la necessità di assistenza e finanziamento. Anche l’Africa è stata duramente colpita da molti eventi climatici drammatici che hanno provocato gravi danni alle colture e costretto gli agricoltori a mangiare argilla e funghi tossici pur di nutrirsi, operatori medici hanno segnalato un’alta presenza di lebbra e casi sospetti di tifo e colera. Gli eventi climatici continueranno ad influenzare sia gli equilibri del Pacifico che dell’Atlantico perché i fenomeni non sono periodici ma costanti.

di Carla Cacciavillani

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