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L’Autorità nazionale palestinese cessa la collaborazione con il Quartetto per il Medio Oriente

di Cinzia Palmacci

L’Autorità nazionale palestinese (Anp) ha preso la decisione di cessare la collaborazione con il Quartetto per il Medio Oriente, che include l’Onu, Ue, Usa e Russia.

La ragione di questo è stata la pubblicazione della relazione che è stata completata a febbraio 2016. Secondo il documento, pubblicato il 1 luglio sia i palestinesi che gli israeliani sono responsabili del fatto che il processo di pace è in stallo. La relazione invita entrambe le parti in conflitto ad adottare misure volte a disinnescare la tensione e creare un’atmosfera di fiducia. Mohammad Shtayyeh, membro del Comitato centrale di Fatah, ha dichiarato che la prima causa del fallimento dei negoziati di pace è rappresentata dagli insediamenti ebraici che rendono impossibile una soluzione a due stati.

Secondo il giornale pan-arabo di Londra al-Hayat, il Presidente dell’Anp Mahmoud Abbas ritiene che i mediatori internazionali si siano schierati con Israele. Il giornale cha ha citato una fonte della leadership palestinese, ha riferito che la relazione è stata scritta dietro dettatura degli Stati Uniti. Tuttavia l’Autorità Palestinese ha dichiarato di voler continuare il dialogo con ogni membro del Quartetto ma “individualmente”.

Il Segretario Generale dell’Organizzazione della Cooperazione Islamica Iyad bin Amin Madani ha descritto il rapporto del Quartetto imperfetto, definendolo “carente di obiettività”. Il rapporto accusa Hamas e Fatah di incoraggiare attacchi terroristici contro gli israeliani. Il segretario generale dell’Olp, Saeb Erekat, che guida la negoziazione palestinese, ha espresso la delusione per il fatto che la relazione ha criticato entrambi i Paesi, piuttosto che solo Israele come Paese occupante.

Lunedì, Erekat ha dichiarato ai giornalisti che Abbas avrebbe inviato una lettera ai membri del Quartetto nella quale precisava che i negoziati non avrebbero potuto riprendere senza una piena cessazione della costruzione degli insediamenti, compreso quello di Gerusalemme Est. Nel 2015, Abbas ha rifiutato l’incontro con l’ex inviato del Quartetto Tony Blair, perché considerava l’ex primo ministro britannico fazioso nei confronti di Israele.

Il primo ministro Benjamin Netanyahu lo scorso Venerdì ha respinto un appello del Quartetto a Israele per fermare la costruzione degli insediamenti. Un rapporto pubblicato dagli Stati Uniti, dall’Unione Europea, dalla Russia e dalle Nazioni Unite ha dichiarato che con gli insediamenti israeliani diminuiscono le possibilità di un processo che porti ad uno Stato palestinese. Ma Netanyahu per tutta risposta ha detto che fermare gli insediamenti non servirebbe a nulla ai fini del processo di pace. Dunque, ancora in alto mare gli sforzi per un accordo di pace tra Israele e Palestina.

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