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Italia: la buffonata degli “Impresentabili”, come se gli altri…

di Salvo Ardizzone

La buffonata è servita nel solito diluvio di polemiche. A poche ore dal silenzio elettorale, la Commissione Parlamentare Antimafia ha partorito la lista dei cosiddetti “impresentabili” su cui politica e media hanno dibattuto ossessivamente da giorni: in tutto una manciata di soggetti pressoché sconosciuti, su cui spicca De Luca, il candidato Pd alla presidenza della Regione Campania.

È subito scoppiata la consueta, stucchevole tempesta, per la felicità dei media e il disgusto di un elettorato sempre più nauseato. In questo rumore assordante in cui vince l’ipocrisia e la ragione è esclusa, poniamo alcune semplici domande:

Come mai la tanto dichiarata voglia di chiarezza e pulizia, ha fatto si che quel pugno di nomi (e dobbiamo credere che siano soltanto quelli i “cattivi” nelle liste di mezza Italia?) venisse fuori solo a ridosso delle elezioni? Non c’era proprio modo di conoscerli prima?

È proprio un caso che i nomi vengano solamente da due regioni, Puglia e Campania, giusto dove si stanno regolando i conti interni ai maggiori schieramenti? D’accordo che si tratta di regioni a rischio, ma siamo sicuri che sia solo per questo?

Che senso ha avuto la candidatura di De Luca, un personaggio che, se sarà eletto, dovrà o dimettersi immediatamente o essere dimesso per via della legge Severino?

Come ha già detto fra le righe Cantone, il magistrato che dirige l’Autority Anticorruzione, è una faccenda politica: ancora una volta le Istituzioni sono state usate per regolare i conti fra le bande  che occupano o occupavano il potere.

In queste elezioni, Renzi sa di giocarsi molto e, pur di vincere in Campania, ha accettato di sostenere chi non avrebbe voluto, De Luca, col programma di metter su una Giunta come sia e far eleggere un Vicepresidente, dopo di che buttare il neoeletto governatore in pasto alla legge Severino, rimanendo con la Campania come trofeo.

Rosy Bindi, che sta nel mazzo di quelli che Renzi ha rottamato, ha pensato di tirar fuori la storia delle liste proprio pensando a De Luca, visto che i fatti che gli sono addebitati (non la condanna per abuso d’ufficio, ma altri due rinvii a giudizio) erano ampiamente conosciuti, e proprio lui ne aveva fatta ampia pubblicità per aver rifiutato la prescrizione e chiesto d’essere processato.

Insomma: tempistica, parzialità dell’elenco (largamente incompleto), il soggetto coinvolto e le modalità del coinvolgimento fanno tutti pensare ad una manovra interna, strombazzata con stucchevole ipocrisia come un’operazione di trasparenza e pulizia.

Ad essere impresentabile è un’intera classe politica, occupata solo nei propri giochi di potere, a cui assoggetta a discrezione Istituzioni sempre più umiliate e delegittimate.

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