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Israele attaccata da Anonymous

di Manuela Comito

Nella notte tra il 24 e il 25 agosto, gli “Hacktivist” (Attivisti Hacker) del gruppo Anonymous hanno attaccato i principali siti web israeliani come rappresaglia verso l’offensiva israeliana contro la Striscia di Gaza che dall’8 luglio sta facendo strage di migliaia di civili innocenti. Secondo quanto riporta Press Tv, sono rimasti coinvolti nell’attacco siti militari, il sito della Banca d’Israele, il sito dell’ufficio del Primo Ministro, il sito del Ministero delle Finanze, dell’ambasciata israeliana negli Stati Uniti, e quello dell’Ufficio Centrale di Statistica e Immigrazione.

L’attacco, annunciato con l’hastag #OpSaveGaza, è avvenuto in segno di protesta in seguito alla chiusura da parte del governo di Tel Aviv di vari accounts che trasmettevano notizie sull’offensiva israeliana contro la Striscia. Altri attacchi da parte di Anonymous erano già partiti sin dall’8 luglio e si sono intensificati parallelamente all’inasprirsi della violenza del regime israeliano contro i palestinesi della Striscia di Gaza. In seguito all’uccisione di un ragazzo che portava la maschera di Guy Fawkes, simbolo del gruppo Anonymous, i siti israeliani sono stati presi massicciamente di mira.

E mentre i funzionari israeliani si sono affrettati a tranquillizzare gli utenti, dichiarando che le agenzie militari e di intelligence sono in grado di prevenire e affrontare qualunque attacco da parte di hacker, quello che è certo è che per molte ore dopo che la notizia era stata resa pubblica, i siti israeliani menzionati non erano in condizione di funzionare. Non è la prima volta che il gruppo porta avanti questo tipo di forma di protesta. Il primo attacco informatico del gruppo Anonymous contro Israele è stato messo in atto nel novembre 2012, ha coinvolto più di 700 siti, tra i quali quello del Ministero degli Esteri e siti ufficiali del presidente israeliano, e ha messo on line i dati personali di circa 5mila funzionari israeliani. Inoltre, il 7 aprile 2013 gli hacker di Anonymous sono riusciti a penetrare i siti del Parlamento e di vari ministeri, provocando il caos per diverse ore.

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