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Irlanda del Nord: riesplode la violenza, muore giornalista

Ritorna la violenza in Irlanda del Nord. E’ stato un blitz della Ruc (Royal Ulster Constabulary), le forze speciali della polizia inglese, in alcune abitazioni del quartiere repubblicano di Creggan, nella città di Derry, a scatenare gli scontri di giovedì sera. L’obiettivo era cercare armi da ricollegare all’attentato del 20 gennaio scorso nel cuore della città a 110 chilometri ad ovest di Belfast. Quella sera un’autobomba esplose in Bishop street, davanti al tribunale della cittadina, creando danni ingenti, ma nessuna vittima.

Negli scontri di giovedì sera ha perso la vita una giornalista di 29 anni, Lyra McKee, colpita da due proiettili alla testa e morta subito dopo il ricovero in ospedale. La polizia di Derry sta indagando per “terrorismo” e nelle ultime ore ha tratto in arresto due ragazzini di 18 e 19 anni.

Derry e il ricordo del Bloody Sunday

Il 30 gennaio del 1972, dal quartiere di Creggan partì la storica marcia pacifica per i diritti civili. Il Reggimento Paracadutisti aprì il fuoco sulla manifestazione pacifica contro l’internamento, uccidendo 14 persone sul colpo. delle quali sette sotto i vent’anni, e ferendone altri 16. Quella vergognosa strage sarà ricordata dalla storia come Bloody Sunday. Quella strage cinica e bestiale, spezzò definitivamente il movimento per la rivendicazione pacifica dei diritti negati ai cattolici e diede la parola solo alle armi.

La tragedia di oltre trent’anni di conflitto, bagnato dal sangue di 3.500 vittime e migliaia di feriti, è tutt’altro che elaborata in Irlanda del Nord e divide ancora le due comunità; senza un’opera di chiarezza su quel periodo, senza una presa di coscienza delle profonde motivazioni politiche e sociali di quella stagione di violenza, difficilmente ci sarà una vera conciliazione e quella società rimarrà lacerata.

di Redazione

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