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Iran ricorda attacco chimico di Sardasht e le complicità dell’Occidente

La città iraniana di Sardasht è la terza città al mondo dopo Hiroshima e Nagasaki in Giappone, ad essere stata colpita con armi di distruzione di massa. Il 28 e 29 giugno 1987, durante la guerra imposta tra Iran ed Iraq, i bombardieri iracheni attaccarono con bombe chimiche quattro zone affollate di Sardasht causando un massacro di civili. Il bombardamento chimico provocò la morte di 110 persone e il ferimento di altre cinquemila.

Purtroppo, molti cittadini di Sardasht patiscono ancora oggi gli effetti di quel terribile attacco. Nonostante siano trascorsi 36 anni dai bombardamenti chimici sulla città iraniana, ancora le famiglie delle vittime sollecitano la comunità internazionale per portare i principali responsabili di quei crimini davanti alla giustizia, ma tutti gli appelli sono rimasti inascoltati.

A partire dal 1981, l’Iraq lanciò innumerevoli testate chimiche contro i soldati iraniani. La guerra tra Iran ed Iraq (1980-1988) è stata la più lunga guerra convenzionale del XX secolo e una delle più sanguinose.

Complicità della comunità internazionale

Le truppe irachene effettuarono il primo vasto attacco chimico contro l’Iran nel marzo 1981 con tonnellate di senape di zolfo e agenti nervini. Successivamente, con l’aiuto della Germania, l’Iraq iniziò a produrre gas mostarda e agenti nervini in grande quantità. A seguito di numerose richieste da parte del governo iraniano, la cosiddetta comunità internazionale nel 1984 inviò in Iran tre squadre ufficiali di indagine, ma solo dopo che gli elicotteri costruiti dai tedeschi, russi e francesi avevano scaricato altre tonnellate di veleno sul suolo iraniano.

Nel marzo 1984, il segretario generale delle Nazioni Unite, Javier Pérez de Cuéllar, ordinò un’indagine che espose l’Iraq come trasgressore del Protocollo di Ginevra del 1925 che vieta l’uso di gas velenosi nelle guerre. Tuttavia, gli Stati membri ignorarono l’accusa contro il regime iracheno. Indagini ufficiali furono avviate nel mese di aprile 1987. Anche in questo caso, la comunità internazionale ignorò i risultati. 

Sardasht e la complicità dell’Occidente

Aziende con sede in Gran Bretagna, Francia, Germania, Spagna e Stati Uniti furono coinvolte nella vendita e nella fornitura di materiale per armi chimiche all’Iraq. Ad oggi, nessuna azienda è stata processata per il suo coinvolgimento in questo commercio.

Più di 30 attacchi chimici furono effettuati dalle forze irachene contro aree residenziali iraniane, così come nella città curda irachena di Halabja, in cui rimasero uccisi più di cinquemila civili. Diversi agenti chimici furono utilizzati sui soldati e civili iraniani durante gli otto anni di conflitto. Gli agenti nervini hanno conseguenze fatali per gli esseri umani e provocano gravi danni all’ambiente. A causa degli effetti di iprite sul Dna, i sopravvissuti devono affrontare afflizioni a lungo termine delle vie respiratorie, degli occhi e della pelle.

Da occidentali, crediamo sia doveroso condannare le atrocità che l’Occidente ha fatto patire al popolo iraniano.

di Yahya Sorbello

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