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Iran. Javad Zarif nuovo ministro degli esteri: ramo d’olivo o pugno duro con il Grande Satana?

di Cristina Amoroso

Il Majlis aveva appena approvato, giovedì sera dopo quattro giorni di dibattiti, la scelta del presidente Rouhani del ministro degli Esteri, Mohammad Javad Zarif, con 232 voti a favore, su 284, che  la Germania di Angela Merkel si è affrettata a congratularsi con il neo-eletto.

E’ stato il ministro degli Esteri tedesco Guido Westerwelle, che nella conversazione telefonica di venerdì ha offerto le sue congratulazioni, auspicando un incontro a margine della prossima riunione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite a New York, nella speranza che si terranno costruttivi colloqui per risolvere il problema nucleare iraniano, dopo la formazione del nuovo governo.

La Germania è un membro del gruppo P5+1 di potenze mondiali,(Gran Bretagna, Cina, Francia, Russia, Stati Uniti+Germania). Il gruppo e l’Iran hanno tenuto diversi cicli di colloqui su una serie di questioni, in particolare sul programma nucleare di Teheran. Gli Stati Uniti, Israele e alcuni dei loro alleati hanno ripetutamente accusato l’Iran di perseguire potenzialmente obiettivi non civili nel suo programma di energia nucleare.

Teheran ha categoricamente respinto l’accusa, sostenendo che in quanto firmatario del trattato di non proliferazione (TNP) e un membro dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (AIEA), ha il diritto di sviluppare la tecnologia nucleare per scopi pacifici.

Sta di fatto che la Germania è il partner commerciale chiave dell’Iran, i cui programmi nucleari dipendono principalmente dai prodotti e servizi tedeschi.

È emblematico come, ancora nel 2013, la Cancelliera Angela Merkel abbia respinto il pressing di Stati Uniti e Israele per chiudere la sede dell’Europäisch-Iranische Handelsbank (Eih) di Amburgo, attraverso cui un discreto numero di medie imprese tedesche svolge transazioni con l’Iran. La Germania, nonostante le sanzioni di Bruxelles, resta il primo partner commerciale dell’Ue di Teheran, ben disposta a ritornare alla situazione pre-sanzioni, quando il volume complessivo del commercio bilaterale  alla fine del 2008 era pari a 3,23 miliardi di euro, a 4,3 miliardi di euro nel 2009, e quasi a 4,7 miliardi di euro nel 2010, quando circa 50 aziende tedesche avevano le loro filiali in Iran e più di 12.000 aziende avevano i loro rappresentanti commerciali in Iran. Diverse rinomate aziende tedesche coinvolte in grandi progetti infrastrutturali iraniani, in particolare nel settore petrolchimico, come Linde, BASF, Lurgi, Krupp, Siemens, ZF Friedrichshafen, Mercedes, Volkswagen e MAN.

Ma chi è Mohammad Javad Zarif, sul quale in futuro saranno puntati molti occhi?

Nato l’8 gennaio 1960 a Elahieh, Teheran, ha frequentato la Josef Korbel, Scuola di Studi Internazionali presso l’Università di Denver e ottenuto un dottorato di ricerca nel diritto e della politica internazionale. Ha inoltre frequentato la San Francisco State University come uno studente laureato presso il Dipartimento di Relazioni Internazionali. Come diplomatico e uomo politico, Zarif ha ricoperto diversi importanti incarichi diplomatici e cabinet. E ‘stato in particolare l’ambasciatore dell’Iran presso le Nazioni Unite dall’agosto 2002 al luglio 2007. In Occidente alcuni osservatori  hanno tirato un sospiro di sollievo di fronte alla nomina a ministro degli esteri di Mohammad Javad Zarif, uomo educato negli Stati Uniti, e avranno visto nelle sue mani un “ramoscello d’olivo”,  in un momento in cui anche  il tribunale Ue ha dato ragione ad una banca iraniana dichiarando illegittime le  sanzioni, e  rischiando  di smantellare una breccia sull’impianto delle sanzioni all’Iran.

Certo la seduta del 14 agosto deve avere offerto un assaggio dell’ opposizione  della linea dura, sospettosa del “Grande Satana”, come sono spesso chiamati gli Stati Uniti. Gli analisti dicono che Zerif dovrà percorrere una linea sottile tra il placare le fazioni della linea dura e lavorare per migliorare i rapporti con l’Occidente. Nel delineare i suoi progetti per il Ministero degli Esteri che sono stati pubblicati questa ultima settimana, Zarif ha scritto che egli cercherà di evitare tensioni “inutili” tra Teheran e Washington.
Comunque tutti concordano sul fatto che Mohammad Javad Zarif è tra i pochi specialisti del ministero degli Esteri iraniano che hanno sia esperienza diplomatica sia una formazione in affari internazionali. Il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti lo conosce bene perché è stato membro permanente dei 9 turni della conferenza internazionale sulla creazione del governo post-talebano in Afghanistan e del futuro del Paese. Lui sa come negoziare meglio di qualsiasi diplomatico di  medio livello. E a causa dei suoi rapporti con il leader supremo del regime islamico, è più probabile che riesca ad ottenere risultati tangibili in patria e all’estero. Ce lo auguriamo!

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