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Intervista al presidente dell’associazione Imam Mahdi

di Redazione

Prima di tutto la saluto e la ringrazio per la disponibilità concessa. Per soddisfare la curiosità dei nostri lettori, potrebbe descriverci l’Associazione Imam Mahdi e le sue attività?
Innanzitutto un saluto a voi. La nostra Associazione, composta da uomini e donne credenti che aderiscono alla scuola islamica sciita duodecimana, si impegna soprattutto nel campo religioso e culturale attraverso la traduzione, pubblicazione e distribuzione di libri, assistenza spirituale e intellettuale a musulmani e no, corsi attinenti la dottrina islamica, organizzazione di conferenze pubbliche e collaborazione con varie associazioni, ricercatori, insegnanti e giornalisti sia a livello nazionale che internazionale. La nostra sede si trova a Roma nonostante contiamo membri e simpatizzanti un po’ in tutta Italia. Inoltre organizziamo iniziative di tipo sociale laddove riteniamo ve ne sia il bisogno. Mandiamo avanti alcuni progetti caritatevoli a livello locale e nazionale ma talvolta promuoviamo iniziative di questo tipo anche a livello internazionale. Per esempio ci siamo adoperati inviando cibo e medicine per il popolo libanese durante il tentativo israeliano di invasione del Libano nel 2006 o per la popolazione pakistana vittima dell’alluvione nell’estate 2010.

Quali sono le posizioni dell’Associazione circa l’odierna situazione siriana?
Durante il mio periodo di studio in Siria ho avuto modo di conoscere sia questo paese che la sua gente. Ho familiarizzato con un paese vario e incredibilmente multireligioso e multiculturale. Ho conosciuto musulmani sunniti, sciiti e alawiti, e cristiani cattolici, armeni e ortodossi. Salvo qualche rara eccezione, presente ovunque, nessuno nutriva ostilità nei confronti dell’altro, nonostante le naturali differenze da un punto di vista prettamente religioso e dottrinale. Oggi purtroppo lo scenario è totalmente cambiato: la diffidenza tra i vari gruppi è aumentata; alcuni miei insegnanti sono stati uccisi dai terroristi mentre camminavano per strada o si recavano in moschea per pregare, persone comuni tra cui alcuni che non si interessavano affatto di politica. Si tratta di una situazione auspicata e voluta innanzitutto da Israele essendo la Siria tutt’oggi un paese sovrano e indipendente, e quindi contrario alla politica espansionista dell’entità sionista, e in secondo luogo manovrata dagli Stati Uniti e dai suoi burattini d’Occidente e d’Oriente. Noi come Associazione, prima di prendere posizioni ed esprimere giudizi, abbiamo il dovere non solo di analizzare la situazione corrente ma anche di trarre informazioni da fonti dirette ed attendibili.
E’ per questo motivo che ci siamo incontrati sia con esponenti della cosiddetta “opposizione siriana” che con funzionari del governo siriano. Siamo quindi venuti a conoscenza del fatto che all’inizio della “primavera araba” alcuni Stati occidentali hanno promesso sicurezza al governo siriano a patto che Damasco tagliasse i suoi legami con la Repubblica Islamica dell’Iran, smettesse di sostenere la Resistenza in Palestina e Libano e giungesse a un compromesso con Israele, non necessariamente di riconoscerlo come Stato ma perlomeno aprire all’idea di convivere accanto a questa entità criminale. La Siria, rifiutando di accettare simili richieste, è perciò stata vittima di una vergognosa campagna militare e massmediatica, e questo non è accettabile, al di là che ci piaccia o meno la struttura attuale del governo siriano.

Descriva la visione dell’Iran da parte dell’Associazione.
La Repubblica Islamica dell’Iran, come dichiara la sua stessa Costituzione, si fonda sul principio del Tawhid (unità e unicità divina) e ciò comporta una visione globale nettamente diversa da altre repubbliche e monarchie fondate su principi come ‘democrazia’ e ‘lavoro’. Una società che si fonda sul principio del Tawhid considera innanzitutto l’essere umano come un essere capace di intendere, di volere e di crescere sia fisicamente che spiritualmente. La dignità e la nobiltà umana vengono dunque preservate in tutti i loro aspetti. Questo in linea di principio. Ora, ovviamente anche la Repubblica Islamica ha avuto ed ha i suoi problemi: dal periodo del terrorismo interno sobillato dai paesi imperialisti, alla guerra imposta da Saddam, alla propaganda mass-mediatica, fino alle sanzioni imposte, sempre maggiori in epoca più recente; trentadue anni di Rivoluzione sono stati di fatto anche trentadue anni di Resistenza.
Nel corso di tutti questi anni abbiamo assistito all’entrata in scena di uomini religiosi e di credenti enormemente caparbi così come, purtroppo, si è assistito anche alla “scesa in campo” di personalità incompetenti o deludenti sia sotto il profilo religioso che quello politico. Grazie a Dio, comunque, la somma Guida della Repubblica Islamica, rappresentata tutt’oggi dal grande Ayatollah Ali Khamenei, riesce come sempre, con grande audacia, a bilanciare le propensioni di tutte le anime della nazione islamica: gli alberi sani, con il permesso di Dio, daranno i loro frutti, quelli marci, invece, rimarranno a terra.

E sul movimento Hezbollah in Libano?
Secondo una prospettiva religiosa, “Hezbollah”, più che essere un partito politico libanese, è un concetto coranico che, nell’atto pratico, viene incarnato dai veri credenti. Il sacro Corano dichiara: “In verità la vostra autorità è Dio, il Suo inviato e i credenti che pregano e fanno la carità mentre si inchinano con umiltà. Quanto a colui che sceglie per autorità Dio, il Suo inviato e i credenti, in verità è la fazione di Dio [Hezbollah] che avrà la vittoria” (5:55-56). Secondo gli esegeti del sacro Corano il versetto “i credenti che pregano e fanno la carità mentre si inchinano” sarebbe riferito all’Imam Ali Ibn Ali Talib, su di lui la pace, unica persona che, nei documenti storici, sia stata testimoniata fare un simile gesto. Chi dunque comprende e segue fino in fondo l’autorità divina, ossia quella della Giusta Guida, ebbene questi sono i veri membri di Hezbollah. Hezbollah in Libano può quindi essere considerato come una delle espressioni di quella “fazione di Dio” di cui ci parla il sacro Corano, non solo per la sua funzione di roccaforte della Resistenza contro l’imperialismo e l’entità sionista nel mondo arabo, ma anche per l’aver compreso a fondo e seguito, come abbiamo detto, l’Autorità e la Guida dal punto di vista religioso.

Qual è la sua opinione sul conflitto israelo palestinese alla luce dei recenti fatti di Gaza? E su Hamas?
La nostra posizione nei riguardi dell’entità sionista è sempre stata chiara sin dall’inizio. I recenti massacri di Gaza sono soltanto l’ennesima dimostrazione delle reali intenzioni e della vera natura di Israele che, fino a prova contraria, è fenomeno antisemita a tutti gli effetti, essendo la gran parte dei “cittadini” israeliani originariamente non-semita al contrario dei palestinesi che, essendo arabi, hanno invece origini semite, ammesso che si possa veramente parlare di popoli semiti nel senso lato. Praticamente ogni anno avvengono massacri simili all’ultimo avvenuto a Gaza nella martoriata terra di Palestina e ovviamente il nostro mondo “civile e sviluppato” rimane a guardare pronto a identificare come ‘terrorista’ una qualsiasi minima reazione palestinese.
Certo, noi italiani abbiamo ormai svenduto la nostra nazione all’estero in cambio di qualche agevolazione materiale di breve durata, ma dobbiamo capire che nel mondo ci sono persone che non seguono meramente qualche piacere effimero. Se la Palestina ancora resiste, vuol dire che qualcosa nel cuore dei palestinesi è tutt’ora viva: fede, giustizia, dignità, perseveranza… qualità che purtroppo gran parte di noi ha dimenticato da parecchio tempo. Noi sosteniamo tutti i movimenti palestinesi che lottano per l’affermazione della giustizia in Terra Santa.
I nemici dell’Islam cercano di alimentare le divisioni all’interno del mondo islamico, distruggere l’unità tra sunniti e sciiti e causare discordie tra alcuni movimenti di liberazione islamici e la Siria adesso sotto il mirino degli imperialisti e dei sionisti. Proprio gli avvenimenti che hanno colpito la Siria sono uno dei mezzi che i nemici della comunità islamica stanno utilizzando per creare e alimentare divisioni nel fronte della Resistenza. Gli stessi membri della dirigenza di Hamas si sono trovati discordi sulla questione siriana: alcuni di essi sono favorevoli a non rompere il fronte della Resistenza nel Vicino Oriente, altri invece sono meno propensi a ciò. Comunque se i musulmani faranno prevalere la propria fede e la propria ragione, e seguiranno le autentiche guide religiose, nessun intento malvagio avrà alla fine successo.

Ultima domanda: molti islamici italiani convertiti hanno scelto la Scia. Come spiega questo fenomeno?
La stragrande maggioranza degli italiani, purtroppo, ha perso il contatto con la Tradizione spirituale, tradizione intesa ovviamente nel suo senso più universale e profondo e quindi con la “t” maiuscola. Riscoprire le propri origini, non nel senso fisico o geografico, ma bensì metafisico e trascendente, riconduce l’uomo occidentale, indipendentemente dal bagaglio culturale che si porta appresso, ad assaporare quella purezza originale perduta ma vissuta a lungo in passato, quel contatto con l’Eterno e l’Assoluto ricercato da ogni essere umano, consapevole o inconsapevole che sia. E’ probabilmente questo fenomeno ciò a cui Dio fa riferimento quando afferma: “E quando il Signore trasse dai lombi dei figli di Adamo tutti i loro discendenti e li fece testimoniare su loro stessi:- Non sono il vostro Signore?-. Risposero:- Si lo attestiamo-” (7:172).
L’Islam è quella forza capace di attirare verso di sé anche l’uomo smarrito, quella “Diritta Via” che la sura Aprente del sacro Corano ci fa menzione sei secoli prima di Dante; l’Islam, come da suo significato letterale, è “abbandono” al volere di Dio e quindi Sua stessa affermazione. Per molti italiani il ritorno alla Tradizione è avvenuto in modo netto e soprattutto integrale. Secondo la visione sciita esiste sempre un Imam sulla terra che racchiude in sé i contenuti più profondi del sacro Corano e difende la religione dalle eresie e dalle innovazioni. Questo Imam è vivo ed è ciò che tiene viva la Tradizione la quale trascende ogni cultura che invece rimane circoscritta, nella sua piena legittimità, da circostanze spazio-temporali. Quando una persona, per grazia divina, identifica con il suo sé, anche per un solo istante, il contatto con la Tradizione, ne comprende la Guida che è l’Imam Vivente ed ecco perché si ritrova nella Scia.

Fonte: www.statopotenza.eu

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