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Intelligence Usa: Putin ha influenzato le elezioni 2016

L’intelligence degli Stati Uniti ha affermato, con margine di certezza in questi giorni, che Vladimir Putin abbia fatto di tutto per influenzare il voto delle presidenziali 2016 tra Donald Trump e Hillary Clinton.

donald-trumpA parlare sono la Cia, l’Fbi, l’Nsa, che hanno pubblicato un rapporto non classificato venerdì 6 gennaio 2017 nella quale si afferma che: La Russia ha cercato di aiutare Trump effettuando una campagna diffamatoria nei confronti di Hillary Clinton, suo rivale democratico”. Le agenzie prendono atto che Vladimir Putin ha ordinato una campagna atta ad influenzare il voto negli Stati Uniti, finalizzata a far in modo che si denigrasse l’operato dell’ex capo di Stato, candidato dei democratici. E’ ormai abbastanza chiara, affermano le fonti di intelligence, che Vladimir Putin ed il governo russo abbiano avuto una preferenza pressochè evidente nei confronti di Donald Trump.

Non è un mistero che, un’eventuale vittoria di Hillary Clinton, avrebbe visto un continuo con le politiche del presidente uscente Barack Obama che, non ha fatto mai mistero, di mostrare una bassa stima e considerazione del presidente russo. A Mosca è apparso un pericolo reale l’eventuale vittoria della Clinton, continuano le fonti, in quanto la probabilità, inizialmente, era molto vicina alla concretizzazione. Da qual momento la campagna di influenza del governo russo è stata martellante ed ha iniziato a colpire duramente, creando una sfiducia e disillusione in quella che era vista, da tutti, come la prima donna presidente degli Stati Uniti.

Fortemente favorita dai sondaggi e per buona parte della campagna elettorale, Hillary Clinton perde le elezioni dell’8 Novembre. Prima di arrivare al voto si è assistito al classico spettacolo, in voga negli Stati Uniti, di spararsi addosso senza esclusione di colpi. Su tutti l’attacco sulle famose email riservate, che appartenevano al Comitato nazionale democratico.
Sulle email, Donald Trump, ha condotto una spericolata e, a questo punto, fruttuosa campagna elettorale. Da quelle email si capisce, affermava il candidato repubblicano, che la Clinton non è la persona adatta per guidare un grande Paese come gli Stati Uniti. La Clinton, da par suo, ha subito indicato in Mosca e nella persona di Putin, la fonte che ha teso una mano al candidato repubblicano.

Palla raccolta al volo da Barack Obama che non ci ha pensato due volte nell’incolpare gli hacker del Cremlino che, a sua volta, ha sempre smentito in modo categorico qualsiasi forma di intromissione. Il rapporto delle intelligence degli Stati Uniti, uscito il 6 gennaio, ha invece sostenuto la teoria di Obama e della Clinton, ossia che il comportamento della Russia è stato di partigianeria. Il rapporto, stando a quanto scritto, conferma le teorie del presidente e del suo ex capo di Stato.
Innegabili i buoni rapporti tra Trump ed il presidente Vladimir Putin che non hanno mai fatto mistero di stimarsi a vicenda. Non a caso, il presidente russo ha anche scritto una lettera al neo presidente repubblicano auspicando migliori rapporti tra le due nazioni.

Stando al rapporto, la Russia si è “abbracciata” a Wikileaks per avere uno sbocco che portasse ai documenti violati nonostante la segretezza che li circondava. Concludendo, affermano le agenzie di intelligence degli Stati Uniti, la Russia avrebbe dato vita ad un modello che si potrebbe estendere alle future elezioni che si terranno nelle nazioni che hanno dei rapporti di notevole importanza nei confronti del Cremlino.

di Sebastiano Lo Monaco

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