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Inflazione in Italia supera ancora livello Eurozona

L’inflazione in Italia è rimasta a maggio sopra la media dell’Eurozona per l’ottavo mese consecutivo, secondo i dati diffusi dall’Istituto nazionale di statistica (Istat).

A maggio, l’indice dei prezzi al consumo italiano si è attestato al 7,6% su base annua, mentre il tasso di inflazione annualizzato nell’Eurozona è stato del 6,1%, secondo quanto riportato dall’agenzia di stampa Xinhua. L’ultima volta che i prezzi sono aumentati a un tasso più elevato nell’Eurozona rispetto all’Italia è stato nel settembre 2022, quando i tassi erano rispettivamente del 9,9% e dell’8,9%.

La Central Reserve Bank of Italy prevede un’inflazione del 6,1% per il 2023, mentre la Banca centrale europea (Bce) prevede un tasso del 5,4% per la zona euro. Gli economisti hanno notato che l’Italia è particolarmente soggetta a pressioni inflazionistiche a causa della sua dipendenza dal commercio internazionale e della mancanza di una sufficiente produzione di energia interna.

Inflazione e conflitto ucraino

L’inflazione in tutta Europa è aumentata lo scorso anno a causa degli effetti economici della guerra Russia-Ucraina, comprese le frequenti interruzioni delle forniture di gas russo all’Europa. Prima dell’inizio della guerra, l’Italia era il secondo maggior cliente europeo di gas naturale della Russia, dietro solo alla Germania.

Mentre i prezzi globali dell’energia hanno iniziato a diminuire dai livelli record alla fine dello scorso anno, il gigante italiano dell’energia Eni ha dichiarato venerdì che i prezzi dell’energia al dettaglio in Italia sono di nuovo in aumento, secondo un sondaggio tra i rivenditori di benzina e gasolio. Questa tendenza ha avuto un impatto negativo sul commercio italiano, contribuendo così all’aumento dei prezzi.

L’Istat ha anche affermato che ad aprile le esportazioni italiane sono diminuite dell’1,7% su base annua, mentre le importazioni sono cresciute del 5,3% nello stesso periodo, riflettendo l’aumento dei prezzi delle materie prime, dei beni intermedi e dei prodotti finiti.

Il calo delle esportazioni è stato simile sia nei confronti dei partner commerciali europei (-1,5%) sia di quelli extra-Unione Europea (-2,0%). Per il trimestre terminato ad aprile, sia le esportazioni che le importazioni sono state inferiori, rispettivamente del 2,2% e del 6,5%, riporta l’Istat.

Nonostante queste tendenze, le stime per l’Italia e l’Unione Europea indicano che la crescita del tasso di inflazione in Italia potrebbe scendere al di sotto dei livelli dell’Eurozona a partire dal prossimo anno.

La Banca centrale italiana prevede che il prossimo anno i prezzi supereranno del 2,3% i livelli del 2023, diminuendo ulteriormente fino a un tasso annualizzato del 2,0% nel 2025. Nello stesso periodo, la Bce prevede che l’inflazione della zona euro sarà del 3,0% nel 2024 e del 2,2% l’anno successivo.

di Redazione

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