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In Italia il capitalismo divino abbraccia liberismo e lotta allo stato sociale

di Cristina Amoroso

Il capitalismo divino di stampo americano è sbarcato in Italia con l’Acton Institute, lasciando la veste evangelica per conquistare il mondo cattolico e la destra liberale.

Nel 2002 – era appena morto il pontefice – quasi a preparare la successione a Karol Wojtyla, dagli Stati Uniti è calato a Roma l’Acton Institute, uno dei 275 think tank americani, lanciati dall’Atlas, il fabbricatore di “laboratori di dominio” che si ispira in larga misura al pensiero di Ayn Rand, una liberista estrema che difficilmente si potrebbe definire cattolica.

L’Acton Institute con uno staff di 50 esperti a tempo pieno, finanziato dalle multinazionali, orientano politici e imprenditori nella direzione più consona agli interessi dei loro finanziatori, la cui mission consiste  nell’integrare le verità giudaico-cristiane con i principi del libero mercato e a diffondere i principi di una società libera e virtuosa sia nell’ambito politico e imprenditoriale, che in campo religioso rivolgendosi ai leader di diverse confessioni, in Italia ai cattolici in particolare.

Il fondatore e presidente è il Reverendo Robert Sirico, – già pentecostale e membro della Mont Pelerin Society, antica organizzazione internazionale per la difesa del libero mercato – che, oltre alla sede istituzionale nel Michigan e quella di Roma, ne ha un’altra anche nel Paese da cui proviene il nuovo Pontefice, l’Argentina.

Sirico è venuto in Italia anche nel 2013, nei giorni successivi alle dimissioni di papa Ratzinger proprio per seguire il Conclave e l’inizio del nuovo Pontificato di Papa Francesco, difeso dal reverendo dalle accuse di filonazismo per avere coperto il dittatore Vileda e anche lodato per  la sua distanza dalla “teologia della liberazione”, in contrasto con i tanti suoi confratelli gesuiti dell’America Latina tesa a politicizzare il vangelo e il  servizio ai poveri.

Così Don Sirico spiega il legame tra religione ed economia:

“Acton realized that economic freedom is essential to creating an environment in which religious freedom can flourish. But he also knew that the market can function only when people behave morally. So faith and freedom must go hand in hand”.

Al fine di promuovere una comprensione più profonda dell’unione tra fede e libertà, l’Istituto coinvolge rappresentanti della sfera religiosa, degli affari, e degli ambienti accademici nei suoi diversi seminari, pubblicazioni e attività accademiche. “La nostra speranza è che dimostrando la compatibilità tra fede, libertà e libera attività economica, i leader religiosi e gli imprenditori possano contribuire aiutandoci a costituire una società che sia sicura, libera e virtuosa”.

Se negli articoli di Acton Institute e nelle interviste con i loro rappresentanti si  parla di fedeltà alle radici, di libertà religiose, di concetto di povertà, del nobile fallimento delle politiche cristiane, chiamando a testimoni encicliche papali e padri della chiesa, in realtà si inneggia al libero mercato e si afferma che “per crescere economicamente gli europei devono essere consapevoli del fatto che la pressione della globalizzazione renderà sempre più difficile mantenere le stesse politiche sullo stato sociale o sulla regolamentazione del mercato del lavoro, perché la fetta dell’economia globale ascrivibile all’Europa si sta già riducendo”.

Uno Stato più leggero, dunque, meno invasivo che sia strumento utile e non ostacolo per il raggiungimento dei fini individuali. Non è questo anche l’obiettivo di un nuovo movimento politico, il Tea Party, schierato a difesa del libero mercato e su posizioni conservatrici/libertarie, emerso negli Usa nel 2009 attraverso una serie di proteste locali coordinate a livello nazionale, comunemente classificato nell’area del cosiddetto populismo di destra?

Sbarcato anche in Italia il Tea Party si ispira “stranamente” ad Ayn Rand come l’Atlas Institute, “nasce dall’esperienza e dall’esempio del Tea Party Movement Statunitense che riunisce, sotto le bandiere della lotta al big government e alla socializzazione della società, milioni di persone ogni anno”. La cofondatrice del Movimento del Tea Party Italia è Saba Zecchi, che in un articolo dello scorso anno intitolato “Per uscire dalla crisi non serve più Stato, ma più libertà”, si dilunga su “La prospettiva chiara dell’Acton Institute dall’“Acton University” tenuta a Grand Rapids. Idee, proposte e analisi per risollevare il Vecchio Continente”.

Riassumendo il contenuto dell’Acton Institute in poche righe, evidenza il fatto che “L’Europa è vista ormai come terra secolarizzata, senza Dio, e per questo incapace di credere nella persona e nelle sue capacità, e quindi nel mercato libero, regolato da leggi giuste e dal senso morale, quale luogo preferenziale in cui realizzare relazioni piene e ottima leva per ripartire”.

In attesa che l’Acton Institute restituisca il senso morale perduto agli italiani sempre più poveri, che non credono e non hanno mai creduto alla bontà evangelica del capitalismo e del libero mercato, i Tea Party in Italia conquistano di giorno in giorno nuovi aderenti in molti comuni, inneggiano a politici dimissionari come la Josefa Idem per “il suo gesto coraggioso contro lo Stato che, attraverso una tassazione iniqua e immorale, tra le più alte al mondo, pretende con la forza il frutto del nostro lavoro”, fanno l’occhiolino ai vecchi fondatori di Forza Italia, che si preparano alle prossime elezioni, raggruppano cristianisti e atei devoti, i quali ritengono indispensabile la tutela della tradizione cristiana al fine di salvaguardare i princìpi politici di libertà e democrazia della civiltà occidentale, a prescindere dalla loro eventuale fede cristiana.

E intanto la svendita dell’Italia dagli anni ’90 continua anche oggi a causa di “destra” e “sinistra” subalterne agli interessi atlantici.

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