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Il terrore non ferma il popolo libanese, questa è la vittoria sul nemico

di Giovanni Sorbello

In qualsiasi altro Paese attacchi terroristici come quelli verificatesi negli ultimi mesi in Libano, avrebbero sconvolto un intero popolo. Questo non accade in Libano, dove malgrado le decine di vittime dell’ultimo vile attentato nel quartiere di Ruwais, la vita non si è fermata un istante, tutto procede come prima. Questo atteggiamento è anche frutto di una filosofia della Resistenza che il popolo libanese, suo malgrado, ha sviluppato sulla propria pelle nei decenni di guerre, aggressioni e occupazioni.

Hanno bombardato le loro case e le hanno ricostruite subito dopo, hanno seppellito i loro figli migliori per darne alla luce altri, hanno lasciato i loro villaggi per farne ritorno quando gli è stato ordinato. I libanesi sono un popolo che basa la sua esistenza sulla fede e sul sacrificio. Oggi, nei quartieri colpiti dagli attentati la vita procede come sempre. Si sono sbrigati a riparare i danni e rimettere tutto al suo posto come prima, la vita deve continuare, questa è la vittoria sul nemico. Significativo ed emozionante episodio avvenuto ieri nella zona di Ruwais, una coppia di sposini si è recata sul luogo dell’attentato per posare dei fiori e rendere onore al sacrificio dei martiri.

In questi giorni è scattata una vasta operazione da parte dell’esercito libanese, le forze di sicurezza e i reparti della sicurezza di Hezbollah. L’obiettivo dell’operazione è arrestare i sospetti dei vari attentati terroristici commessi nel Paese, e rintracciare le autobomba che informazioni dell’intelligence danno pronte per nuovi attacchi in Libano. Nella giornata di ieri l’esercito libanese ha effettuato un raid nella casa e nella bottega di un sospetto terrorista nel sobborgo meridionale di Dahiyeh, a Beirut. I militari hanno confiscato nell’appartamento otto telefoni cellulari, Cd, Usb, guanti, una maschera militare, macchine fotografiche e diverse foto. Nessuna traccia invece del ricercato, il palestinese salafita Ahmad Taha, che dalle indagini effettuate sarebbe la mente degli ultimi attentati in Libano. Nel suo appartamento sono state trovate due donne della sua famiglia.

Nell’ambito dei controlli, un’autobomba parcheggiata sull’autostrada nei pressi di Naameh a sud di Beirut è stata sequestrata ieri pomeriggio. Dopo aver ispezionato il veicolo sospetto, gli esperti militari hanno rilevato dei detonatori, cinque scatole contenenti ciascuno 50 kg di tritolo e un dispositivo per far esplodere a distanza l’auto. Il veicolo, un’Audi con targa falsa era situato nei pressi di una zona residenziale, lo riferiscono fonti della sicurezza che hanno immediatamente isolato la zona e trasportato l’auto e l’esplosivo in una caserma militare.

Oggi sono scattate particolari misure di sicurezza anche nella città meridionale di Nabatieh, dove sono stati rinvenuti all’interno di un giardino, razzi pronti per essere lanciati e diverse munizioni. I controlli in città si protrarranno nei prossimi giorni in previsione della grande manifestazione di giorno 31, per celebrare l’anniversario della scomparsa dell’Imam Moussa Sadr.

Le indicazioni fanno prevedere giornate di grande tensione in cui tutto è possibile. C’è la precisa volontà da parte dell’esercito e speriamo anche di tutte le istituzioni di farla finita con questi gruppi di terroristi mercenari, il cui obiettivo è quello di far sprofondare il Libano nel caos e nel terrore.

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