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Il popolo yemenita scende in piazza al fianco dei ribelli Houthi

di Cristina Amoroso

Yemen il Paese che passa da una crisi all’altra, dove la vita quotidiana del popolo assiste a disordini al sud, ribellioni al nord, interventi diretti degli attacchi Usa nella sua perpetua guerra al terrorismo di Al-Qaeda, raid governativi e droni stranieri portatori di morte, minaccia continua di grave siccità in un Paese scarso di risorse idriche, e non ultimo lo spettro di una guerra civile tra governo e gli Houthi.

L’ultima crisi, nata dall’enorme aumento del prezzo del carburante e dal taglio dei sussidi, è sfociata negli ultimi giorni in aperte manifestazioni antigovernative. Decine di migliaia di sostenitori del movimento sciita Houthi hanno invaso la capitale Sanaa in una pubblica dimostrazione di forza il giorno dopo che il loro leader aveva chiesto pubblicamente le dimissioni del governo.
La decisione del gruppo di protesta nella capitale ha sollevato timori di un potenziale scoppio di violenza tra sciiti Houthi e il governo o i suoi rivali politici sunniti, il partito Islah.
“Siamo qui per rovesciare il governo”, ha dichiarato Masr al-Sharafi, un sostenitore Houthi da Sanaa, preoccupato per l’aumento del carburante e il taglio ai sussidi.

Già in precedenza, in risposta alla decisione del governo di aumentare il presso del carburante fino al 90 per cento, erano scesi nelle strade della capitale manifestanti, con barricate di mattoni e pneumatici in fiamme. “Con l’impennata dei prezzi del carburante e le scarse forniture d’acqua, milioni di poveri yemeniti stanno lottando per sfamare le loro famiglie e avere accesso all’acqua”, aveva riferito un portavoce di Oxfam, un ente di beneficienza britannico che opera in Yemen.

Questa volta sono scesi in piazza a Sanaa anche ribelli yemeniti armati. Centinaia di ribelli armati hanno organizzato sit-in alla periferia della capitale, dove i manifestanti si stanno mobilitando in una campagna per la caduta del governo.
Gli attivisti sciiti di Ansarullah (Houthi), hanno montato decine di tende al margine occidentale di Sanaa. Più di 5mila uomini sono arrivati nella capitale dalla provincia di Saada, tradizionale roccaforte della ribellione Ansarullah. Il leader dei ribelli Abdulmalik Huthi la scorsa settimana ha ordinato ai suoi seguaci di marciare su Sanaa per portare alla caduta del governo, che non aveva risposto al termine di Venerdì per le dare le sue dimissioni. Contemporaneamente le forze di sicurezza hanno intensificato la loro presenza al margine occidentale di Sanaa.

I manifestanti hanno scandito slogan contro il governo, gli Stati Uniti, Israele e Arabia Saudita. La marcia è stata il più recente segno della crescente fiducia e popolarità dei ribelli Houthis. Il movimento è stato coinvolto in un conflitto con lo Stato per quasi un decennio e ha giocato un ruolo nella rimozione dell’ex presidente Ali Abdullah Saleh a seguito della rivolta 2011. Ora Ansarullah controlla la provincia di Saada, nel nord dello Yemen e si pensa che voglia ampliare la sua sfera di influenza in un futuro Stato federale, comprendente potenzialmente sei province.

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