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Il Pakistan sconvolto dal terrorismo

di Cristina Amoroso

Nella giornata di domenica 29 settembre due esplosioni nella città di Peshawar, nel nord del Paese, vicino alla stazione di polizia,  hanno ucciso 33 persone e ne hanno ferite 70. Le esplosioni seguono l’attacco di domenica scorsa da  parte di una fazione dei talebani alla chiesa anglicana di Peshawar che ha ucciso più di 80 persone, un attacco mortale contro i cristiani in Pakistan a maggioranza musulmana.

Le esplosioni hanno colpito l’esterno di una stazione di polizia in una zona affollata di negozi e famiglie. La polizia ha detto che presumibilmente si è trattato  di un’autobomba telecomandata in almeno una delle esplosioni. Ancora non è stato rivendicato l’attacco.

La folla si è radunata fuori della Lady Reading Hospital di Peshawar, dove molte delle vittime sono state portate. Parenti affranti hanno cercato di identificare i corpi di quelli coinvolti nelle esplosioni attraverso i numeri dei cellulari.

Tra il fumo nero e il ritardo degli aiuti la scena era raccapricciante. “Chi sta bruciando Peshawar, chi sta bruciando Peshawar?” gridava una donna in un lungo velo, mentre il proprietario di un negozio affermava di avere fatto ripetuti viaggi con la moto per portare sei persone all’ospedale, aggiungendo anche di avere gridato ad un rappresentante del governo provinciale venuto a visitare le vittime: “Perché sei venuto così tardi? Perché sei venuto così tardi?”

Secondo un responsabile degli artificieri Shafqat Malik, “un veicolo, una Toyota Corolla di colore bianca, è stata trasformata in un’autobomba con 200 chilogrammi di esplosivo”.  Si sono udite due deflagrazioni, ma “in realtà era una sola”. L’attacco è stato fortemente condannato dal presidente Mamnoon Hussain come un “atto barbarico”. Il capo dello Stato ha anche ribadito l’impegno del suo Paese a combattere il terrorismo. Proprio di recente, Islamabad aveva cercato di favorire un dialogo con i talebani afghani e pachistani con la scarcerazione del mullah Abdul Ghani Baradar, numero due degli insorti e braccio destro del leader talebano mullah Omar.

I talebani pachistani del Ttp hanno negato ogni responsabilità nell’attentato. “Non siamo coinvolti nell’esplosione di Qisa Khwani a Peshawar: il Ttp non attacca mai luoghi pubblici e condanna con forza questo episodio”, ha detto per telefono all’Ansa Shahidullah Shahid, un portavoce dei talebani pachistani.

I talebani hanno più volte respinto la costituzione del Pakistan e hanno chiesto la piena attuazione della legge islamica e la guerra con l’India.Il Primo ministro Nawaz Sharif si riunirà a giorni con l’omologo indiano Manmohan Singh.

Un altro politico pakistano, ex giocatore di cricket Imran Khan, ha suggerito al governo di aprire in Pakistan un ufficio per le trattative con i talebani, proposta accolta con molta rabbia soprattutto dalle persone colpite dall’attacco di domenica scorsa.

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