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La giudaica perfidia dell’isola artificiale di fronte a Gaza

Ben si addice l’epiteto di giudaica perfidia al progetto dell’isola artificiale di fronte alla Striscia di Gaza, destinata ad ospitare un porto e un aeroporto, progetto di cui si parla dal 2005, anno del ritiro israeliano dalla Striscia. L’epiteto insieme alla locuzione “Oremus et pro perfidis Judaeis” è stato presente nella liturgia cattolica del Venerdì santo dal VI secolo fino al XX secolo, quando Papa Giovanni XXIII ebbe fretta di eliminare epiteto e locuzione sulla scia di quella discutibile apertura al rinnovamento del Concilio Vaticano II da lui indetto, che favorì, tra l’altro, il riavvicinamento tra ebrei e cristiani.

isola-gazaIsraele accarezza l’idea che si concretizza nel 2007 quando Hamas prende il controllo di Gaza

Dal 2005, anno del ritiro israeliano dalla Striscia di Gaza, l’idea di costruire un’isola artificiale al largo dell’enclave costiera assediata è andata sempre più prendendo forma tra i dubbi dei critici, finché il soprannominato “piano di separazione da Gaza” negli ultimi anni è stato fatto proprio dal ministro israeliano per l’Intelligence, Israel Katz, che lo scorso anno ha concretizzato la sua idea realizzando un nuovo video che mostra come avrebbe funzionato la sua idea. La clip animata di quasi tre minuti mostra come l’isola fornirebbe ai palestinesi “accesso umanitario, economico e di trasporto al mondo senza mettere a repentaglio la sicurezza di Israele”. Nei due anni precedenti Katz aveva provato diverse volte a sollevare il concetto di un’isola artificiale vicino a Gaza per discutere nel gabinetto di sicurezza. Il problema è stato brevemente sollevato in riunioni di gabinetto multiple.

Ad aprile dello scorso anno, Katz ha presentato il suo piano all’inviato speciale degli Stati Uniti, Jason Greenblatt, quando si è unito ad un incontro tra il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e l’inviato nell’ufficio del Primo Ministro nella Gerusalemme occupata (al-Quds).

“Ho detto a Greenblatt che queste iniziative aiuterebbero le connessioni tra Israele, i Paesi arabi sunniti e palestinesi, oltre a cambiare e migliorare la vita dei residenti nell’area e fornire una base per ulteriori iniziative politiche in futuro”, ha affermato Katz. Secondo il ministro israeliano, Greenblatt ha espresso la volontà di persuadere Washington a promuovere la questione. “L’inviato americano ha dichiarato di essere profondamente impressionato e di coinvolgere il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump e il governo americano nel proseguimento della questione”, ha riferito Katz.

Ultime notizie sull’isola artificiale in arrivo direttamente da Gerusalemme

Da questa settimana esordisce una nuova rubrica a cura di Vito Anav direttamente da Gerusalemme, che riprende le ultime notizie da diverse radio, tra cui radio Tzahal, dalla Knesset, dai ministeri e da altre fonti israeliane “con particolare attenzione a quelle che quotidiani e televisioni italiane non riprendono”. Grande è la soddisfazione degli Edipi (Evangelici D’Italia Per Israele), il cui sito riporta le ultime notizie sull’isola artificiale, per la quale iniziare a raccogliere fondi, come i cugini americani già allertati.

“Durante la riunione di Gabinetto, ed in una successiva intervista alla Radio Israeliana (Reshet Beit), il Ministro dei Trasporti, nonché Ministro dell’Intelligence, Israel Katz (Likud) ha ripresentato la sua già esposta idea della costruzione di un’isola artificiale nel mare di fronte alla Striscia di Gaza. L’isola dovrebbe avere uno statuto internazionale, essere costruita con finanziamenti Esteri e provvedere ai bisogni logistici, infrastrutturali, portuali ed aeroportuali della Striscia. Tempi previsti per la costruzione cinque anni. Israele manterrebbe il controllo marino per assicurarsi che le infrastrutture non vengano utilizzata per trafugare armi nella Striscia. Katz ha dichiarato che oltre a offrire un “nuovo confine occidentale alla Striscia” e “trasferirebbe la responsabilità di sopperire ai “bisogni umanitari degli abitanti la Striscia al Mondo, che con tanta e spesso ingiustificata facilità critica Israele che a loro detta tiene la Striscia sotto assedio”. A detta di Katz sarebbe, con l’apertura di un porto, “normale e totalmente non criticabile, la chiusura ermetica del confine terrestre tra la Striscia ed Israele”. Il Gabinetto ha deciso di discutere in futuro la valutazione della proposta”.

Considerato che il consigliere della Casa Bianca, Jared Kushner e l’inviato speciale Jason Greenblatt hanno in programma di visitare Israele la prossima settimana, certamente il progetto dell’isola artificiale procederà nella sua attuazione, con il nuovo piano di pace concordato da Trump.

Ricordiamo ai cristiani Edipi, quanto scritto in un precedente nostro articolo, che questa operazione nella realtà serve a evitare la costruzione di quel porto nella Striscia, inutilmente chiesto infinite volte dalle autorità di Gaza, che permetterebbe non solo di rompere l’assedio inumano a cui è sottoposta, ma assicurerebbe uno sviluppo vero alla popolazione palestinese. Con l’isola Israele ci guadagna, oltre al commercio e ciò che ne deriva, il totale controllo di un’infrastruttura posta in un luogo strategico.

E poi c’è un’altra ragione pesante: l’isola di Israele dovrebbe sorgere nelle acque territoriali palestinesi, dove sono stati rilevati i giacimenti di gas off-shore, il cui sfruttamento spetterebbe alle autorità di Gaza, ma che fanno gola a Tel Aviv ed agli investitori che gli stanno dietro. Insomma, si tratta di un affare che sposa ragioni strategiche al denaro, tanto; e i sedicenti finanziatori arabi, dietro la falsa e ipocrita motivazione di venire incontro ai bisogni di Gaza, è a quello che pensano mettendosi a braccetto con Israele.

La Ue, dal canto suo, celandosi con la puerile bugia dell’intervento umanitario, s’appresta a finanziare l’ennesima truffa perpetrata alle spalle dei palestinesi, reggendo il sacco a chi li incatena e li deruba d’ogni cosa. L’isola artificiale di Israele non è forse l’ennesima dimostrazione della perfidia giudaica, capace d’inventarsi di tutto pur di negare i diritti altrui per i propri guadagni, con l’aiuto della religione che si è fatta sionista?

di Cristina Amoroso

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