Medio Oriente

Gaza, dettagli sulle vulnerabilità dell’Iron Dome

Striscia di Gaza – A oltre due mesi dall’inizio dell’operazione Al-Aqsa Storm, sono emersi nuovi dettagli sul colpo significativo inferto da Hamas al regime sionista, prendendo di mira in particolare il sistema di difesa Iron Dome.

Il sistema di difesa aerea a corto raggio di Israele, l’Iron Dome, progettato per contrastare i razzi e i droni della Resistenza, presenta delle vulnerabilità che sono state effettivamente sfruttate dalla Resistenza il 7 ottobre durante le operazioni missilistiche.

Nonostante le sue qualità distintive, questo costoso sistema di difesa presenta alcune vulnerabilità, e queste sono state effettivamente sfruttate dai gruppi della Resistenza, in particolare il 7 ottobre, durante le loro operazioni missilistiche.

Il regime israeliano possiede dieci batterie Iron Dome, ciascuna dotata di tre lanciatori. Lanciando venti missili terra-aria per lanciatore, per un totale di 600 missili, il sistema deve affrontare sfide nel tracciare lanci simultanei di razzi a causa del tempo necessario per ricaricare.

In venti minuti lanciati oltre 5mila razzi da Gaza

Nei primi venti minuti dell’operazione Al-Aqsa Storm, le fazioni palestinesi hanno lanciato oltre 5mila razzi nei territori occupati, aggirando con successo lo scudo difensivo dell’Iron Dome.

Al contrario, il sistema radar dell’Iron Dome identifica, traccia e rileva automaticamente le caratteristiche dei razzi ostili in arrivo (sebbene la decisione di sparare sia in ultima analisi presa da operatori umani). Sin dal primo giorno, e anche prima, i gruppi della Resistenza sono stati coinvolti nell’hacking di alcuni di questi sistemi. Anche dopo diversi giorni di conflitto, alcuni sistemi Iron Dome continuano a riscontrare problemi con il lancio di missili.

Ultimamente sono state rilasciate numerose immagini che mostrano deviazioni significative dei missili Tamir e il conseguente impatto al suolo che ha causato danni. Questo problema deriva dai recenti attacchi informatici da parte della Resistenza contro il sistema.

In aggiunta a questi incidenti, c’è un altro evento del 7 ottobre sul quale sono emerse nuove informazioni: l’uccisione di alcuni operatori all’interno del sistema Iron Dome.

Ogni sistema Iron Dome è dotato di un gruppo di protezione per garantire la sicurezza degli operatori e del sistema stesso. Durante l’attacco del 7 ottobre, alcune squadre della Resistenza hanno preso di mira specificamente questi sistemi. In un’altra operazione, hanno incontrato personale all’interno dei sistemi, provocando vittime e la cattura di altre persone.

Sohr Saoodiyan, il comandante dell’unità, Benjamin Gabriel Yuna, e Nati Kutsero, l’operatore del lanciatore, tutti e tre del 947° battaglione, sono vittime confermate di questo attacco.

È interessante notare che, pochi istanti dopo l’inizio degli attacchi della Resistenza, non ci sono stati avvertimenti indicanti che l’esercito israeliano fosse pronto a nessuna delle unità dell’Iron Dome. Le forze operative sono state colte di sorpresa dagli attacchi provenienti dalla Striscia di Gaza.

di Redazione

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