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Fidel Castro: “L’Occidente è un cinico simbolo della politica imperialista”

di Manuela Comito

“La società mondiale non conosce tregua negli ultimi anni, particolarmente da quando la Comunità Economica Europea, con la direzione ferrea e senza condizioni degli Stati Uniti, ha considerato che era giunta l’ora di sistemare i conti con quel che restava di due grandi nazioni, che ispirate dalle idee di Marx, avevano realizzato la prodezza di mettere fine all’ordine coloniale e imperialista imposto al mondo dall’Europa e dagli Stati Uniti”. Queste le prime parole dell’ex presidente di Cuba, Fidel Castro, 88enne leader rivoluzionario e simbolo indiscusso della lotta all’Imperialismo.

Castro, in un editoriale dal titolo “Trionferanno le idee giuste o trionferà il disastro”, pubblicato dalla stampa ufficiale dell’Avana, ha paragonato la Nato ai nazisti, accusando gli Stati Uniti e i loro alleati di fomentare rivolte e guerre contro gli Stati che rifiutano di sottomettersi a Washington. Ha rivolto parole dure in particolare contro John McCain, accusandolo di stare dalla parte di Israele, con cui ha “creato” l’Isis. Castro si è inoltre scagliato contro i politici occidentali, colpevoli di avallare l’aggressività Usa e di agire in maniera ipocrita.

Nella sua riflessione, Castro ha scritto: “L’Impero di Adolf Hitler, che aveva come fondamento l’avidità, è passato alla storia senza maggior gloria dei governi aggressivi e borghesi della Nato, che li rendono lo zimbello dell’Europa e del mondo intero”. Nell’attacco sferrato a John McCain, Castro lo ha accusato di essere “il più fedele alleato di Israele” e di supportare l’operato del Mossad (agenzia di intelligence israeliana), “cooperando alla creazione dello Stato Islamico, che controlla oggi una parte considerevole dell’Iraq e un terzo della Siria”.

Infine, il leader cubano si è scagliato contro il servilismo dei governi occidentali, divenuti ormai “un cinico simbolo della politica imperialista”. E ha ribadito con fermezza che Cuba continuerà a resistere agli Stati Uniti, nonostante l’embargo statunitense stia comportando elevati costi per l’economia cubana, affermando con coraggio che “non esiste un prezzo peggiore da pagare che soccombere davanti a un nemico che attacca senza aver alcun diritto di farlo”. Infine, Castro ha avuto parole di elogio e ammirazione per l’Unione Sovietica, che “è capace di raggruppare le proprie risorse e condividere i propri progressi tecnologici con le nazioni più deboli e meno sviluppate, inevitabili vittime dello sfruttamento coloniale”.

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