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“Fattore Snowden”: altri documenti Nsa in arrivo

di Cristina Amoroso

Si è aperto venerdì 27 dicembre ad Amburgo il trentesimo congresso del Chaos Computer Club, chiamato “30C3”, modulo del 30° Chaos Communication Congress, quest’anno con una partecipazione record di circa 8.000 persone, per le rivelazioni di sette mesi fa della più famosa fonte di Glenn Greenwalg, ossia Edward Snowden, ex imprenditore della National Security Agency (Nsa).

Ed è stato proprio Glenn Greenwald, il giornalista (ormai ex) del Guardian che ha raccolto le rivelazioni di Edward Snowden e ha pubblicato sul suo giornale le evidenze del sistema di sorveglianza mondiale da parte dei servizi americani e di altre nazioni, che ha tenuto il discorso di apertura al 30C3, trentesimo meeting internazionale che riunisce, da trent’anni a questa parte, appunto, hacker di tutto il mondo.

Per lui, collegato in videoconferenza dal Brasile, grandi applausi e standing ovation, mentre parlava del fatto che la diffusione delle notizie relative allo scandalo di controllo della Nsa ha già avuto un effetto sulle comunicazioni dei privati con l’utilizzo di sistemi di crittografia sempre più in aumento. Poi si è rivolto ai giornalisti, invitandoli a recuperare il loro ruolo di watchdog, cani da guardia del potere; invitandoli a recuperare la capacità di verificare e eventualmente contestare le versioni ufficiali dei governi, contrariamente a quanto affermano alcuni  governanti, come Enrico Letta che, nelle conferenze stampa, invitano i giornalisti ad attenersi ai comunicati stampa del governo.

Greenwald che vive in Brasile, essendogli stato sconsigliato di viaggiare, è un eroe per gli attivisti della privacy, ed è demonizzato dai governi e dalle agenzie di sicurezza nazionale, ha promesso che lui e Edward Snowden sono lontanissimi dall’aver finito il loro lavoro, “Ci sono ancora  molte  storie da divulgare, ancora molti documenti da trattare”, ha detto Greenwald. “E’ importante che capiamo che cosa stiamo pubblicando, quindi ci vuole molta accuratezza”.

Greenwald ha poi aggiunto che Snowden è attualmente in Russia dopo essergli stato concesso asilo temporaneo. Un grande Paese, anche se alleato degli Stati Uniti, dovrebbe offrire l’amnistia all’informatore. “Mi rendo conto che ogni Paese come la Germania, o la Francia, o il Brasile, o qualsiasi altro Paese in tutto il mondo per sfidare i dettami degli Stati Uniti, deve pagare un costo per farlo. Ma c’era un costo ancora maggiore per Edward Snowden a farsi avanti e fare quello che ha fatto in difesa dei propri diritti, ma lo ha fatto comunque!” ha detto Greenwald, che aveva anche invitato la Germania ad offrire a Snowden asilo in ottobre. “I Paesi di tutto il mondo hanno un obbligo etico e morale di fare quello che Snowden ha fatto per loro, che è quello di tutelare i propri diritti”.

Gran parte dei quattro giorni di conferenze e workshop sono stati dedicati ad esplorare le implicazioni di Snowden e le rivelazioni di Greenwald, dalle discussioni sugli attacchi della Nsa alla rete delle comunicazioni private,  ad un intervento di Julian Assange rivolto agli hacker per combattere contro le agenzie di intelligence.

“Il mondo è consapevole della minaccia di sorveglianza di massa e di controllo, rimane ancora una lotta nelle nostre mani, e che la lotta è sia tecnica che politica – rispondono gli hackers e gli amministratori di sistema –  la sfida storica che abbiamo di fronte, è di come siamo chiamati alla resistenza, né partiti né neutrali spettatori. Abbiamo costruito internet. Abbiamo ora bisogno di reinventare Internet. Dobbiamo immaginare Internet di nuovo. Ora, bisogna divertirsi e andare a salvare il mondo!”.

In definitiva, la battaglia per la libertà di Internet sarà combattuta soprattutto sul campo di battaglia tecnologica.  Internet sarà davvero uno strumento di liberazione e di democratizzazione o diventerà il peggior strumento di oppressione in tutta la storia umana?

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