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Farc, guerriglia contro l’oligarchia corrotta

Iván Márquez, l’ex numero due del gruppo guerrigliero delle Forze armate rivoluzionarie della Colombia (Farc) annuncia che il dissenso delle Farc intraprende la lotta armata in Colombia. Il guerrigliero, che aveva partecipato ai negoziati di pace con il governo di Juan Manuel Santos, ha annunciato giovedì di aver avviato la “nuova Marquetalia”, riferendosi al luogo di nascita del gruppo armato mezzo secolo fa. 

Iván Márquez, di cui si erano perse le tracce da più di un anno, è ricomparso giovedì in un video pubblicato sui social network, per annunciare che una parte degli ex combattenti smobilitati dall’accordo di pace, firmato nel 2016 con il governo della Colombia, si sono raggruppati per prendere le armi e continuare “la lotta di guerriglia”. Nel video Marquez appare al fianco di uomini e donne armati di fucili, tra cui Seuxis Paucias Hernández Solarte, noto come “Jesús Santrich” e Hernán Darío Velásquez, alias “El Paisa”, che mesi fa hanno smesso di adempiere ai propri impegni con la giustizia colombiana. “Cercheremo di coordinare gli sforzi con i guerriglieri Eln e con quei compagni che non hanno piegato le loro bandiere”, ha aggiunto Marquez. 

Lavorare dal basso

L’attuale leader dei dissidenti ha affermato che riprenderanno le loro armi in vista di “vera pace, non tradita. Stiamo lavorando dal basso e con quelli del basso per un cambiamento politico e sociale”. Il guerrigliero, sul quale pesa un mandato di cattura, ha avvertito che la nuova insurrezione non continuerà “a operare nelle profondità della giungla” e ha aggiunto che l’obiettivo del gruppo armato è “l’oligarchia esclusiva e corrotta”.

La dichiarazione arriva pochi giorni dopo che sono trascorsi due anni dalla nascita della Common Revolutionary Alternative Force (Farc), il partito fondato da ex leader dei guerriglieri smobilitati. 

Farc, messaggio alla polizia e ai militari

Uno dei punti su cui ha insistito Márquez è stato il suo messaggio alla polizia e ai militari in Colombia che “non vogliono continuare a essere utilizzati da politici corrotti come fattore scatenante di falsi positivi”. Ha dichiarato che non saranno presi di mira dal gruppo di guerriglia, ma ha avvertito che risponderanno a qualsiasi loro “offensiva”.

Ci hanno costretto a tornare sulla montagna

Márquez, che ora guida quella parte del dissenso, ha fatto un resoconto storico dei “tradimenti” che, secondo la sua opinione, l’“oligarchia colombiana” ha portato ai processi rivoluzionari per concludere che “dopo l’ingenuo disarmo dei guerriglieri in cambio di niente, l’omicidio non si ferma.”

“In due anni, più di 500 leader del movimento sociale sono stati uccisi e 150 guerriglieri sono già stati uccisi in tra l’indifferenza e l’indolenza dello Stato”, ha dichiarato l’ormai combattente, che ha accusato il governo di non aver rispettato il suo obbligo di garantire il diritto alla vita della popolazione ed evitare omicidi per motivi politici. Ha anche sottolineato che l’Esecutivo modifica unilateralmente il testo dell’accordo, fa “assemblee giudiziarie” e di promuove l’“insicurezza legale” degli ex combattenti.

Nel video, che inizia con l’inno dell’ex guerriglia delle Farc, Marquez dichiara nel manifesto letto di 32 minuti, riportato dai media colombiani, che “non siamo mai stati vinti o sconfitti ideologicamente. Ecco perché la lotta continua. La storia scriverà nelle sue pagine che siamo stati costretti a riprendere le nostre armi”.

di Cristina Amoroso

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