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Europee 2014: alleanza tra FN francese e PVV olandese. Primo passo verso un fronte comune anti-Euro

di Mauro Indelicato

Le europee della prossima primavera non sono mai state così sentite ed importanti; lo avevamo già scritto in precedenti articoli, adesso settimana dopo settimana, si nota espressamente come i due schieramenti principali, non più destra/sinistra ma euro/anti-Euro, puntano all’appuntamento elettorale ciascuno con i propri obiettivi.

Se sul fronte “europeista” oramai si assiste alla nascita di coalizioni tra quelli che un tempo erano duellanti tra destra e sinistra, nell’altro fronte invece inizia a crearsi ciò che è sempre mancato in questi anni: la compattezza.

Capofila del nuovo progetto che ieri ha avuto il suo atto di nascita, è Marine Le Pen; con il suo Fronte Nazionale che in Francia vola al 27% nei sondaggi, attestandosi come primo partito, adesso la Le Pen vuole estendere il suo modello politico nel resto del vecchio continente, cercando di creare un’alleanza contraria all’attuale sistema europeo. Non è un caso forse, che il primo partito a sottoscrivere un accordo con il FN francese, proviene dal paese europeo più “liberale” degli ultimi anni, la cui popolazione sta patendo le conseguenze peggiori delle politiche permissive tanto in campo etico, quanto economico e sul fronte dell’immigrazione, ossia dai Paesi Bassi.

Infatti, è stato siglato un accordo tra il FN francese e il PVV, il Partito per la Libertà olandese, guidato da Geert Wilders; anche nel paese dei tulipani, avanza il malcontento verso l’Europa, verso l’Euro e verso un tipo di società fortemente disgregata dopo le politiche introdotte negli ultimi anni. Wilders è accreditato nei sondaggi del 16%, posizionandosi al secondo posto negli indici di gradimento.

Non si tratta assolutamente di un’alleanza inedita: nel 2005 infatti, tanto il FN francese, quanto il PVV, si sono impegnati nel far votare No nei rispettivi referendum sulla Costituzione Europea, referendum in cui i voti negativi ebbero larga maggioranza e contribuirono ad assestare un duro colpo alla mai nata carta costituzionale del vecchio continente.
Ma lì non c’era nulla di scritto; i due partiti, si ritrovarono quasi casualmente fianco a fianco, nel senso che i referendum furono effettuati in tempi molto ravvicinati e quindi nel medesimo arco temporale, hanno condiviso un’analoga battaglia. Adesso, ci troviamo precisamente di fronte ad un patto siglato, per creare un unico blocco parlamentare nel futuro parlamento di Strasburgo.

Ma questo dovrebbe essere solo il primo passo di un progetto ben più grande: infatti, se è vero che il fronte antieuropeista potrebbe ottenere una maggioranza nel parlamento che uscirà in primavera, è anche vero però che per bloccare le norme provenienti da proposte della Commissione Europea, serve l’appoggio di partiti che siano espressione di almeno 7 paesi.

Dunque, FN e PVV sono soltanto i primi, servono altri partiti dello stesso orientamento di almeno altri 5 paesi; le trattative vanno avanti: potrebbe a breve unirsi il Vlaaams Belang belga, molto vicino al PVV, una proposta è stata fatta anche alla Lega Nord per ciò che concerne l’Italia. Proposte sono state avanzate anche al BNP di Farage in Gran Bretagna e, sempre nel Regno Unito, anche all’UKIP, che però non vorrebbe allearsi con nessuno.

A prescindere da come andranno queste trattative, in ogni caso l’Europa sembra oggi respirare una certa aria di alternanza rispetto al sistema attuale; c’è infatti una fronda sempre più vasta di opinione pubblica anti Euro, che si sta organizzando e, rispetto agli anni passati, non rappresenta più una nicchia considerata populista o fuori “dall’alveo istituzionale e costituzionale”, ma larghe fette di popolazione.

Le popolazioni europee, iniziano a trovare intese ed unioni comuni contro mali comuni; se non sarà già dal prossimo aprile, di sicuro a lungo termine questo lavoro produrrà frutti ben visibili.

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