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Eau, milioni di dollari per coprire abusi in Egitto

Gli Emirati Arabi Uniti hanno speso milioni di dollari per coprire le violazioni dei diritti umani del regime egiziano, questo è quanto è emerso dalle e-mail di Yousef al-Otaiba, l’ambasciatore degli Eau a Washington. Le e-mail che apparentemente appartenevano ad al-Otaiba, rilasciate mercoledì in The Intercept, hanno rivelato che gli Emirati Arabi Uniti hanno sostenuto essenzialmente i costi di una campagna per stabilire credibilità per il regime del presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi.

Dopo che al-Sisi è salito al potere nel 2013, l’Egitto ha arruolato il Glover Park Group, una delle principali società di pubbliche relazioni e società di lobbying fondata da ex funzionari del White House di Clinton e del Partito Democratico, una delle sue facce pubbliche nella capitale degli Stati Uniti.

Secondo le corrispondenze datate al 2015, gli Eau hanno pagato all’azienda 2,7 milioni di dollari per un totale di tre milioni di dollari per la sua lobbying per conto dell’Egitto. Altre email dimostrano che al-Otaiba ha tentato di influenzare i giornalisti critici al regime di al-Sisi.

“L’etichettatura di al-Sisi, come un dittatore autoritario duro, senza spiegare le minacce alla sicurezza contro cui si oppone, è semplicemente un argomento incompleto”, ha dichiarato al Michael Crowley, dopo aver scritto un articolo che condanna la repressione di al-Sisi contro la Fratellanza Musulmana.

Al-Sisi ha condotto una brutale repressione contro tutti i dissidenti politici da quando è andato al potere nel 2013, grazie a un colpo di Stato militare che ha rovesciato il primo presidente liberamente eletto Mohamed Morsi della Fratellanza Musulmana. Da allora, almeno 60mila prigionieri politici languiscono nelle carceri egiziane e centinaia sono stati uccisi nel corso della repressione.

Gli Emirati Arabi Uniti e l’Arabia Saudita sono stati i principali sostenitori del colpo di Stato, fornendo miliardi di dollari per sostenere il Cairo. Gli Eau hanno anche imposto insieme ad Egitto, Arabia Saudita e Bahrein, un blocco totale sul vicino Qatar, che è tra l’altro accusato di sostenere la Fratellanza Musulmana Egiziana.

di Giovanni Sorbello

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