CronacaPrimo Piano

Dimissioni ministro Guidi, solo l’ultima vergogna italiana

di Salvo Ardizzone

Trema il Governo Renzi, scosso dalle dimissioni del Ministro dello Sviluppo Economico Federica Guidi, travolta da un’inchiesta della Magistratura di Potenza.

Nell’indagine, che ha portato ai domiciliari cinque funzionari dell’Eni con l’accusa di traffico illecito di rifiuti presso il centro di Viggiano (Potenza), è coinvolto Gianluca Gemelli, compagno del ministro Guidi e per cui il Gip del Tribunale ha rigettato una richiesta d’arresto. Gemelli, un imprenditore di Augusta (Sr) che guida due società del settore petrolifero, è accusato di concorso in corruzione e millantato credito, per aver usato i suoi rapporti col Ministro per trarne vantaggio.

Da un’intercettazione agli atti dell’inchiesta, il ministro Guidi, parlando con il compagno, lo rassicurava in merito a un emendamento che il Governo stava per inserire nella Legge di Stabilità (era il dicembre 2014) in sostituzione di un altro precedentemente bocciato dall’opposizione nel Decreto “Sbocca Italia”, e lo faceva parlando di un accordo con la potentissima “Maria Elena”.

Quell’emendamento era espressamente destinato a favorire il colossale progetto “Tempa Rossa” della Total, da realizzare in provincia di Potenza, e in cui Gemelli aveva un interesse diretto tramite il colosso petrolifero.

Inutile dire che alla notizia s’è scatenata la solita bufera basata sul gioco delle parti, con le opposizioni che insorgono, ricordandosi d’essere avversarie di un Governo che per la loro inettitudine/collusione non riescono/vogliono impensierire politicamente. Allo stesso modo, sono semplicemente patetici i commenti accorati di una cosiddetta sinistra del Pd, a parole sempre pronta ad andarsene sbattendo la porta, nei fatti critica solo per conservare i ruoli di potere cui è abituata.

Nella realtà, è l’ennesima tempesta in un bicchier d’acqua destinata a spegnersi presto, tacitata dai bocconi lanciati ai “critici” dalla tavola imbandita del Governo. Un Governo destinato a durare perché fa comodo a tutti; perché nessuno, al di là di strilli e slogan, ha un’alternativa credibile; perché la protesta sacrosanta della gente, è scientemente incanalata su proposte sterili; perché, inutile illudersi, questa è l’Italia.

La Guidi, che politica non è – figurarsi, viene dai “Giovani” di Confindustria – e neanche un potere forte, è spendibile; così, cambiata una casella, avanti come prima, magari, con l’occasione, imbarcando qualche altro transfuga in nome della governabilità. Si, questa è l’Italia irredimibile, fatta di lobby e relazioni.

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