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Charlie Hebdo, offendere una fede religiosa non è satira, ma fomentare solo discordia

di Giovanni Sorbello

E’ andato in edicola ieri il tanto atteso numero 1178 della rivista francese Charlie Hebdo, stampato per l’occasione in cinque milioni di copie e andato subito esaurito in tutta Europa. Da considerare che la rivista prima della tragica giornata del 7 gennaio vendeva dalle 30 alle 60mila copie.

Malgrado gli avvertimenti, la tensione e gli inviti alla distensione, i “vignettisti eroi” hanno ancora una volta pubblicato sulla copertina del nuovo numero una vignetta raffigurante Maometto. Se da una parte esprimiamo sincera e profonda solidarietà al tanto discusso giornale satirico francese per il vile attacco subito, dall’altra parte ci chiediamo il perché di tanto accanimento verso una religione. Perché offendere fede e sentimenti sacri di oltre un miliardo e mezzo di cittadini che vivano in questo mondo?

Secondo il nostro modesto punto di vista la satira dovrebbe essere ben altra cosa, irriverenza si, ma senza mai trascendere verso la blasfemia e verso una chiara e becera provocazione. Si può credere o meno, ma almeno la fede, quella vera, lasciamola da parte. Ma ci chiediamo: questi vignettisti di provata esperienza, a cui non manca certo un’ampia apertura mentale, è possibile che non si rendano conto che questo gioco fazioso giova solo a chi quei terroristi li ha finanziati e li ha addestrati per compiere questi crimini?

Non vogliamo certo credere nella malafede di questi professionisti, ma risulta quantomeno ambigua questa loro continua provocazione contro il mondo musulmano e non solo. 

Altra domanda? Ma non sarebbe stato può opportuno dedicare la copertina del giornale ai tanti personaggi politici presenti – Netanyahu su tutti – nell’ipocrita marcia di Parigi? Possibilmente tra le prime file di quel corteo si poteva beccare qualche “capetto” complice di quel terrorismo che tutto ha tranne che un’impronta religiosa. Lo stesso terrorismo che ha colpito a Parigi viene forgiato con milioni di dollari – dai Paesi del Golfo – per seminare il terrore in tutto il Medio Oriente, distruggendo Moschee e massacrando migliaia di civili musulmani, ovviamente al grido “Allāh(u) Akbar”. E’ così difficile percepire che l’obiettivo principale di questa campagna di terrorismo è proprio l’Islam? Quindi, perchè continuare ad additare o attaccare l’Islam? A chi giova tutto questo?

Possiamo capire le ingerenze di certi Paesi sulla stampa, il condizionamento mediatico, l’asservimento di buona parte dei giornali, ma come si può ancora oggi parlare di aggressione islamica all’Occidente e tante altre corbellerie infondate? Capiamo i politicanti – gli italiani ovviamente sono teste di serie – che da bravi servi sciocchi cercano di cavalcare seppur maldestramente un’ondata di disagio sociale che ha ben altre origini e responsabilità, veicolando i soliti slogan odiosi e contribuendo a seminare divisione e discordia. Ma vogliamo capire che è proprio questo ciò che vuole questo terrorismo?

Alla nuova provocazione di Charlie Hebdo non sono mancate le reazioni e le condanne da parte del mondo musulmano. L’università di Al-Azhar, tra i principali centri di insegnamento religioso dell’Islam, ha dichiarato attraverso un comunicato che la pubblicazione sul giornale “Charlie Hebdo” di nuove vignette caricaturali sul profeta Maometto avrebbe infiammato ulteriormente la situazione. Queste caricature – prosegue il comunicato – non servono alla convivenza pacifica tra i popoli e impediscono l’integrazione dei musulmani nelle società europee o occidentali.

Il movimento di resistenza libanese Hezbollah ha riferito attraverso il suo ufficio stampa che “ciò che è stato pubblicato dalla rivista francese è una nuova e grave provocazione per i sentimenti di più di un miliardo e mezzo di musulmani nel mondo, sottolineando che “questo atto contribuirà solo a sostenere il terrorismo e l’estremismo”.

L’unica cosa certa è che questo terrorismo di “alleati” ne ha veramente tanti. Ignoranza, malafede e servilismo.

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