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Bond di Autostrade per l’Italia, l’ultima truffa delle lobby made in Italy

di Salvo Ardizzone

Lo slogan ripetuto da una voce accattivante recita: “Oggi puoi contribuire anche tu a far crescere il Paese, chiedi in banca”; è lo spot con cui Autostrade per l’Italia, il più importante concessionario autostradale italiano, pubblicizza la sottoscrizione di un prestito rivolto, vedi caso, al pubblico e non agli investitori istituzionali come istituti di credito e finanziari.

I cittadini credono così di sostenere gli investimenti del concessionario e, spinti dai consulenti finanziari e funzionari di Banca Imi (Intesa–S. Paolo) e UniCredit, che garantiscono il collocamento, sottoscriveranno i 750 ml del prestito obbligazionario che Autostrade s’è riservato di aumentare fino a raddoppiarlo.

Credono. Ma le cose sono assai diverse. La società emittente, malgrado i salatissimi pedaggi e le condizioni a dir poco generose delle concessioni, è indebitata pesantemente e lo è ancor più la società che la controlla, Atlantia del Gruppo Benetton (per la cronaca, è esposta, ancora vedi caso, per 1,1 Mld verso Intesa-S. Paolo e 1,5 Mld verso Unicredit); così, come si legge nel prospetto informativo, il prestito non servirà a fare investimenti, ma “potrà” servire a rimborsare i finanziamenti avuti da Atlantia.

Ricapitolando: Autostrade per l’Italia ha ricevuto una barca di soldi da Atlantia, soldi che sono stati forniti da Unicredit e Intesa-S. Paolo; adesso, per restituirli, invece che fare il proprio mestiere, li chiede ai cittadini con la collaborazione delle banche, ben felici di spingere i clienti a sottoscrivere le obbligazioni per assicurarsi di riavere indietro i soldi prestati.

Ma Autostrade per l’Italia così s’indebita comunque, dirà qualcuno, e qui viene il bello. Non solo si tratta d’un prestito a lungo termine (fino a otto anni), ma la sottoscrizione sarà “al buio”, ovvero senza conoscere anticipatamente né il prezzo di emissione, né il tasso d’interessi, che verranno comunicati dopo il termine dell’operazione.

Di certo si sa che, attraverso un complicatissimo meccanismo fuori dalla portata di comprensione d’un comune mortale, il tasso sarà più basso dei Btp del Tesoro (si calcola circa l’1,4% al lordo delle imposte), senza aver un briciolo di garanzia. Così Autostrade chiude le pesanti esposizioni con le banche, rimpinza di denaro chi la controlla e paga una miseria chi per anni e anni s’assume il rischio di finanziarla.

È una porcheria? È pubblicità ingannevole quello spot? È un colossale conflitto d’interessi delle banche? No, è l’Italia delle lobby bellezza.

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