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Biotestamento: in Senato approvata la legge

La legge sul biotestamento è passata anche in Senato che l’ha approvata con 180 voti favorevoli, mentre i contrari sono stati 71 e gli astenuti 6. Determinante, per il varo della legge, è stata la tenuta dell’asse Pd e M5s, la quale ha permesso di superare un periodo di stallo durato ben otto mesi.

Otto mesi durante i quali si sono succeduti momenti di sconforto, vicende giudiziarie ed accorati appelli. Solo una richiesta di calendarizzazione immediata promossa la settimana scorsa dal capogruppo Pd al Senato Luigi Zanda, ha permesso di fatto lo sblocco dell’iter.

Tra gli applausi e le lacrime di chi ci ha sempre creduto e ha lottato strenuamente per essa, è stata approvata la legge intitolata “Norme in materia di consenso informato e di dichiarazioni di volontà anticipate nei trattamenti sanitari” che si compone di otto articoli e tutela il diritto alla vita, alla salute, alla dignità e all’autodeterminazione della persona.

 Dopo la firma che il Presidente della Repubblica dovrà apporre per la promulgazione della legge, dunque in Italia nessun trattamento sanitario potrà essere iniziato o proseguito senza il consenso “libero ed informato” della persona interessata. Ricordiamo che secondo il testo anche nutrizione ed idratazione artificiale sono trattamenti sanitari. Cambierà radicalmente anche l’approccio diagnostico, in quanto il paziente dovrà essere puntualmente e comprensibilmente informato sulle proprie reali condizioni di salute e sulle terapie previste, nonché su tutte le possibili alternative esistenti.

Un punto focale che la legge sul biotestamento disciplina riguarda i casi di pazienti con prognosi infausta o in imminenza di morte. Ebbene, al verificarsi di tali condizioni è fatto divieto al medico di ostinarsi irragionevolmente nella somministrazione di cure o trattamenti inutili o sproporzionati.

Il testo parla anche di Disposizioni anticipate di trattamento (Dat), le quali forniscono la possibilità di scegliere anticipatamente l’assistenza sanitaria da acconsentire o meno, nel caso in cui ci si dovesse trovare impossibilitati nel decidere o comunicare le proprie decisioni in merito. Previsione molto importante è quella della nomina di un fiduciario che possa fare le veci dell’assistito nelle decisioni e nelle relazioni con i medici, nel caso in cui l’interessato non sia nelle condizioni di farlo personalmente.

Una vittoria legislativa che ha fatto esultare i tanti protagonisti politici e civili legati a vario titolo alla lotta portata avanti negli anni. Da Emma Bonino a Marco Cappato, da Beppino Englaro a Mina Welby si sono detti felici e commossi per il traguardo raggiunto, una tappa illuminata di civiltà che rende ancora più determinati nel cammino verso il definitivo riconoscimento del diritto all’eutanasia.

Non mancano ovviamente le voci contrarie, a partire da coloro, gli alfaniani  paladini della vita, che avevano tentato di far morire la legge di asfissia gettandole addosso una valanga di inutili emendamenti. Al coro del dissenso si sono uniti a gran voce i solisti come il solito Giovanardi, che in un acuto degno dei migliori tenori è arrivato a tale vetta: “Eluana Englaro non era gravemente malata, non soffriva affatto, anzi dal punto di vista fisico stava bene, poteva vivere una vita vegetale, ma non aveva nessun tipo di dolore”.

Anche alla luce di tali aberranti affermazioni, dunque l’approvazione della legge sul biotestamento assume i contorni di un vero e proprio prodigio etico e legislativo, laddove la rappresentanza democratica si ostina a concretizzarsi in personaggi capaci di produrre simili smodate quantità di disonestà intellettuale.

di Massimo Caruso

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